"Oggi studenti e insegnanti della Liguria si trovano ancora a operare nella cosiddetta "didattica a distanza", nonostante la regione si trovi in zona arancione e nonostante i pronunciamenti del Tar dell'Emilia Romagna e del Comitato Tecnico Scientifico sull'argomento. Ci sembra giunto il momento di esprimere con forza e pubblicamente il nostro dissenso di docenti della provincia della Spezia rispetto all'ultimo di una serie di atti arbitrari e contraddittori da parte dei decisori politici di ogni livello che, di fatto, hanno sacrificato sull'altare della lotta alla pandemia la scuola pubblica, il luogo simbolo della formazione e della socialità delle giovani generazioni, l'istituzione che - pur avendo predisposto efficaci e stringenti protocolli di prevenzione - non ha alle sue spalle ( per fortuna ) i gruppi di interesse che hanno spinto alla perpetua apertura, per esempio, delle fabbriche di armi, considerate essenziali per lo stato", così inizia la nota inviataci e sottoscritta da alcuni genitori e docenti di istituti scolastici spezzini".
"È il momento di denunciare il tentativo in atto di scaricare sulla scuola tutte le inefficienze di un sistema economico e politico talmente inadeguato da accettare di infliggere danni educativi e relazionali pesantissimi, in assenza di un disegno alternativo, di un diverso modello di società che sia capace davvero di ripartire dai giovani e dai valori irrinunciabili che essi reclamano".
"Questa evidente incapacità riformatrice accomuna l'intera classe dirigente di maggioranza e d'opposizione, locale e nazionale, incapace di trarre radicali conseguenze dalla durissima lezione della pandemia, e ci spinge ad esigere l'immediata e permanente riapertura di tutte le scuole, legittimati come ci sentiamo da tutte le domande che i nostri studenti e le loro famiglie ci pongono a proposito di formazione, socialità, giustizia sociale, uso dei beni comuni, significato dello Stato e suo rapporto con i bisogni profondi della comunità. Chiediamo di aderire al testo di questo appello; la parte che segue è stata redatta e firmata nelle scorse settimane da migliaia di cittadini".
"Da nessun altro che da noi stessi, docenti, studenti, famiglie, cittadini, può partire una mobilitazione permanente per la difesa dell'inestimabile ricchezza che la scuola rappresenta. "Uscire da soli da una situazione difficile è l'egoismo", affermava un grande educatore, scomodo e dimenticato, "uscirne insieme è la politica".
"Negli ultimi dieci mesi a partire dal 5 marzo milioni di adolescenti italiani sono andati a scuola in presenza per non più di 3 settimane. Giovani ragazze e ragazzi italiani hanno perso globalmente decine di milioni di ore di lezione; hanno visto trasformate le relazioni di formazione con i docenti in lezioni a distanza che, per circa un quinto dei casi, non sono state pienamente fruibili; hanno interrotto i contatti con i propri coetanei, amici, amori; hanno perso un luogo di riferimento e protezione. I livelli di rendimento dei più svantaggiati sono peggiorati di più rispetto a quelli dei compagni meno svantaggiati con un aumento della divaricazione sociale. Sono aumentati gli abusi sui minori e i casi di maltrattamento in casa. Sono aumentati i casi di malessere psicologico: ansia, disturbi del sonno, regressione, comportamenti a rischio. La futura vita lavorativa dei ragazzi rischia di essere compromessa; l’effetto sarà peggiore per chi vive in un contesto socio-economico svantaggiato".
"A questo sono da aggiungere i danni psicofisici di breve, medio e lungo periodo che creeranno un divario educativo e di salute con i loro coetanei degli altri Paesi europei che hanno tutti tenuto aperte le scuole più dell’Italia".
"La situazione è già gravissima e ogni ora di chiusura in più aumenta i danni già prodotti. La scuola in presenza con le misure di distanziamento e protezione non è un focolaio dell’infezione, come ha recentemente ribadito il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) che conclude: “Chiudere le scuole non è un modo efficace per combattere l’epidemia”.
L’Italia, che ha adottato questa tra le misure principali, non ha gestito l’epidemia meglio degli altri. Chiediamo al Governo e alle Regioni:
- di dare priorità alla scuola non a parole ma nei fatti e nei provvedimenti;
- che le scuole superiori vengano subito e stabilmente riaperte almeno al 50% percento
- che le chiusure parziali o totali si dispongano solo nel caso in cui non ci fossero altre misure possibili per contenere l’epidemia, cioè in caso di confinamento totale, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’ECDC;
- che i servizi di trasporto pubblico si adeguino alle esigenze della scuola e non viceversa, anche con l’adozione di misure straordinarie;
- monitoraggi rapidi in presenza di casi sospetti e che i lavoratori della scuola siano considerati tra le categorie prioritarie per la vaccinazione;
- che il rispetto nei confronti della scuola si esprima anche dando alle scuole direttive chiare e in tempo utile, senza cambiamenti dell’ultim’ora che di fatto rendono la gestione impossibile;
- che, in caso di confinamento totale e di conseguente chiusura delle scuole in presenza, la didattica a distanza sia accompagnata dal rispetto di tutte le previsioni dei decreti delegati e dei diritti di tutte le componenti scolastiche;
- che l’investimento nella scuola, infrastrutture e personale, sia preminente nelle scelte del governo, in modo da garantire la sicurezza e permettere un’offerta formativa migliorata per recuperare almeno in parte il ritardo che ormai si è accumulato;
- di promuovere monitoraggi capillari su scala nazionale sulla modalità e l’efficacia delle lezioni erogate e sulla dispersione scolastica;
- di promuovere studi scientifici su scala nazionale sul contagio nelle scuole;
- di rendere pubblici i dati in ottemperanza alla direttiva europea sugli Open data.
"La chiusura della scuola è in aperta violazione del diritto dei minori a che ogni azione che li riguarda sia fatta nel loro interesse, del diritto allo studio e del diritto alla non discriminazione. Chiediamo al Presidente Mattarella che si faccia garante della tutela dei diritti costituzionali e dei minori, attualmente violati dalle disposizioni governative italiane".
Promotori e primi firmatari:
● ActionAid
● Coordinamento Presidenti Consiglio d’Istituto Lazio
● Forum Diseguaglianze e Diversità
● ‘OQuarantotto
● Priorità alla Scuola
● Unione degli Studenti
● Tito Boeri professore Economia Milano
● Antonella D’Arminio Monforte professore Malattie Infettive Milano
● Francesca Incardona madre – amministratore EuResist Network
● Sergio Lo Caputo professore Malattie Infettive Bari
● Raffaele Mantegazza professore Pedagogia Milano
● Francesco Munzi regista
● Susanna Nicchiarelli regista
● Daniele Novara pedagogista CPP
● Carlo Federico Perno professore Microbiologia Roma
● Stefano Rusconi professore Malattie Infettive Milano
● Bruno Tognolini scrittore
● Silvia Vegetti Finzi psicologa
● Marco Cattaruzza docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Paola Viasco docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Francesca Ferrari docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Massimo Godani docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Marcella D’Imporzano docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Simona Tagliente docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Sara Giannetti docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Francesca Grixenda Boiardi docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Francesca Miceli docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Serenella Marasco docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Liliana Gervasio docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Mirco Martinelli docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Iacopo Chiuminatti docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Giovanna Amodio docente Istituto superiore statale La Spezia
● Lorena Caselli docente Istituto Superiore Statale La Spezia
● Alfredo Madeddu docente Istituto Superiore Statale LA Spezia
● Maria Grazia Cantoni docente Istituto Statale Superiore La Spezia
● Giulia Grillo docente Istituto Statale Superiore La Spezia