"Sono Giorgia Carro, e scrivo in qualità di madre di un bambino di 5 anni iscritto alla scuola materna comunale Pratoverde. Premetto di conoscere molto bene questa scuola, frequentata negli scorsi anni anche da mia figlia maggiore, in cui ci siamo sempre trovati molto bene.
Sia io che mio marito siamo lavoratori full time, da sempre abbiamo fatto ricorso all'ingresso anticipato alle 7.30 ed i nostri bambini sono sempre usciti alle 16.00.
All'inizio di questo travagliato anno scolastico siamo rimasti a dir poco impietriti davanti alla bella sorpresa di trovarci a che fare con un servizio pressoché dimezzato rispetto agli anni scorsi: ingresso dalle 7.30 alle 7.50, ed uscita dalle 13.15 alle 13.25. Il tutto comunicato nel corso del consueto incontro di inizio anno con le maestre, come se nulla fosse. Da subito ci è stato spiegato che questo disservizio è dovuto al fatto che per motivi di sicurezza e per tentare di contenere eventuali contagi i bambini sono stati divisi in gruppi più piccoli rispetto agli scorsi anni, e mancava quindi il personale per poter garantire il servizio durante l'intera giornata.
Dopo svariati scambi di email e telefonate con gli uffici comunali, il Dott. Baudone ci ha rassicurato e spiegato che nei mesi successivi all'inizio dell'anno scolastico sarebbero stati sbloccati dei fondi per poter garantire il servizio anche nella fascia pomeridiana (l'indicazione era stata quella del mese di dicembre). Peccato che ad oggi non sia cambiato ancora nulla.
Faccio presente che la mia famiglia, come probabilmente molte altre, se avesse saputo fin da subito di questo orario striminzito avrebbe annullato l'iscrizione al Pratoverde ed optato per una scuola materna statale (che garantisce il normale servizio alle famiglie per l'intera giornata). Ovviamente, scoprendo tutto a giochi fatti e con le graduatorie ormai chiuse, è stato impossibile trovare un piano B. Ed è per questo che da mesi ci troviamo a fare i salti mortali con i nostri datori di lavoro e a dover coinvolgere, nostro malgrado, i nonni, proprio quella fascia debole e vulnerabile che dovremmo tutti proteggere con tutte le nostre forze.
Il tentativo di arginare il contagio dividendo i bambini in piccoli gruppi sarebbe stato quindi lodevole, ma direi che fa acqua da tutte le parti se poi siamo costretti a sballottare i nostri figli qua e là per cercare di trovare qualcuno che se ne prenda cura anche nel corso del pomeriggio, mentre noi genitori siamo al lavoro. E come se non bastasse, la beffa è che ci ritroviamo a pagare anche una tariffa quasi piena: a fronte di una così drastica riduzione dell'orario il Comune riconosce uno sconto, permettetemi il termine, ridicolo (nota bene: telefonicamente si era parlato di uno sconto di circa il 30%).
Con questa mail vorrei portare alla vostra attenzione e a quella di tutta la nostra città questa situazione a dir poco scandalosa: non è pensabile che il Comune continui ad ignorare le esigenze di centinaia di famiglie costrette a lavorare a tutto il giorno, che di colpo si sono trovate senza alcun preavviso con bambini cacciati da scuola all'ora di pranzo, senza garanzie e date certe per una ripresa del servizio a tempo pieno ed obbligate ad incorrere in ulteriori spese per babysitter o all'aiuto dei nonni, che dovrebbero essere (ribadisco ancora una volta) tutelati da tutti, e dalla politica in primis.
Questa amministrazione comunale, quando ha voluto, ha saputo intervenire in modo rapido ed impeccabile, basti pensare ai lavori lampo per l'allestimento dello stadio "A. Picco". Sarebbe quantomeno doveroso che lo stesso entusiasmo, la stessa premura, lo stesso impegno e magari anche un po' di fondi venissero impiegati anche per aiutare tutte quelle famiglie che da mesi state privando di un servizio essenziale. Sappiate che ogni vostra azione o, come in questo caso, inerzia ha delle pesanti conseguenze. È ora che ve ne rendiate conto e che ve ne assumiate le responsabilità, e che facciate qualcosa. Stavolta magari per davvero".
Giorgia Carro