Anche se a distanza, causa pandemia, il Comune della Spezia non rinuncia all'ormai tradizionale Consiglio Comunale straordinario nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Un Consiglio nel quale, da sempre, ampio spazio è riservato agli studenti e alle loro riflessioni sul tema.
Dopo l'inno di Mameli, accompagnato da un video, a cura degli studenti del Liceo Musicale Cardarelli, è il Presidente del Consigio comunale Giulio Guerri a prendere la parola, aprendo ufficialmente la discussione con il ringraziamento alle forze dell'ordine, per poi spiegare: “Il Consiglio Comunale straordinario nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne è ormai diventato una tradizione, alla quale nessuno di noi, neppure quest'anno, ha voluto rinunciare, anche se si svolge a distanza. Questo perchè la pendemia non ci autorizza ad abbassare la guardia, anzi, ci deve fare guardare con ancora maggiore attenzione anche alle altre problematiche che affliggono le persone”.
“La nostra società – ha proseguito Guerri - deve dare risposta a questa piaga della quale non si è ancora liberata. Prevenzione, rete di assistenza e contrasto sono elementi chiave. Molti sono i progressi fatti negli ultimi anni, ma la strada da percorrere resta tremendamente difficile. Oggi, come tutti gli altri giorni dell'anno, servono messaggi forti e gesti concreti”.
Una piaga, quella della violenza contro le donne, che in questa fase di emergenza per l'epidemia di Covid 19, si è ulteriormente aggravata, come ha sottolineato il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini: “Durante il lockdown le donne che subivano violenza sono state ancora a più stretto contatto con i propri aguzzini, perchè costrette a restare chiuse in casa insieme a loro. Hanno quindi avuto anche la concreta difficoltà di chiedere aiuto. Voglio però ricordare che, se anche i Centri di ascolto sono chiusi, sono comunque raggiungibili telefonicamente e anche in presenza su appuntamento. Sono sempre vicini alle donne in difficoltà, le donne devono saperlo e sapere di non essere mai sole".
"Se, durante il lockdown, c'è stato un crollo delle telefonate, gli accessi ai centri antiviolenza, invece, sono aumentati: fino ad ottobre, in provincia, sono stati aiutati e collocati in case protette 6 donne e 9 minori. Il ruolo dei Centri antiviolenza è fondamentale; grazie a tutti i volontari e gli operatoi per il loro lavoro qualificato”.
Guardando ai dati locali e nazionali aggiunge: “I numeri rivelano che c'è ancora molto da fare e che serve un cambiamento radicale, serve una cultura del rispetto”.
“Fondamentale – ha concluso il primo cittadino - è l'educazione delle giovani generazioni, ma anche le istituzioni devono dare il loro esempio. Abbiamo tutti una responsabilità morale e civile che non possiamo disattendere”.
Il Questore della Spezia Silvia Burdese sceglie di rivolgersi direttamente ai tanti studenti che seguono la seduta del Consiglio comunale, con un intervento che diventa un accorato appello ai giovani, per una società diversa, che sostituisca alla violenza il rispetto.
“La violenza sulle donne è un tema nodale dei nostri tempi. Sani rapporti relazionali all'interno della famiglia sono fondamentali dal punto di vista sociale. Dobbiamo superare la subcultura della prevaricazione e sostituirla con la cultura del rispetto”.
“Violenza di genere – sottolinea – non significa solo violenza contro le donne. Tutti gli spazi di libertà individuale devono essere difesi.
Lo scorso anno, sul nostro territorio, sono stati circa 90 i casi in cui sono dovute intervenire le forze dell'ordine; 30 i casi di codice rosso nell'anno in corso; una decina gli ammonimenti del Questore”
Poi un paragone di grande impatto: “Vediamo in questi giorni la sofferenza negli ospedali, è evidente, davanti agli occhi di tutti. Purtroppo noi non possiamo mostrare allo stesso modo quello che ci troviamo di fronte, nessuno di noi può farlo, ma i ragazzi dovrebbero capire la fatica che noi raccogliamo quando abbiamo casi di donne maltrattate, una fatica di vivere che non si può fare vedere in concreto ad altri, non si mostra tangibilmente, ma è una nazrrazione talmante cruda che se i ragazzi la potessero vedere...”
“La armi che abbiamo sono due: prevenzione e repressione – prosegue il Questore - La preghiera che rivolgo a voi, ragazzi, è di mettervi in mezzo, con la vostra voglia di libertà, affinchè la prevenzione prevalga, perchè quando le storie di violenza arrivano davanti alle forze dell'ordine è tardi, la situazione è già molto difficile".
"A voi ragazzi dico: abbiate il coraggio di aiutare le vittime. Potete essere sentinelle sul territorio. Parlate se vedete qualche situazione di violenza: parlatene in famiglia, a scuola, con le forze dell'ordine, parlatene con chi volete, ma fatelo. Non state mai a guardare, non voltatevi dall'altra parte”.
Dopo la proiezione del video realizzato dalla Polizia di Stato e la lettura del documento redatto dalla Consulta delle elette ed approvato dal consiglio comunale, che impegna l'amministrazione a sostenere i centri antiviolenza e a promuovere la cultura della non violenza, la parola è passata agli studenti.
I ragazzi, appartenenti a diversi istituti superiori cittadini, hanno proposto le loro riflessioni sul tema, tramite testi, musiche, disegni. Dalla locandina di una ragazza dell'Einaudi Chiodo, all'elaborazione, da parte della 4B, di un testo teatrale di Laurina, al grido di “spazziamo via la polvere”, intesa come la violenza psicologica che è spesso l'anticamera di quella fisica.
Poi brani di “Ferite a morte” di Serena Dandini, proposti, con accompagnamento della chitarra, dall'Istituto Nazario Sauro, e ancora le storie di due donne coraggiose scelte dagli studenti del Liceo Mazzini e il video dei giovani del Fossati Da Passano. Chiusura in musica affidata al Cardarelli e alle note dell'Inno alla Gioia.