“Vogliamo tornare a scuola, è un ambiente sicuro”. È la richiesta unanime che si è sollevata stamattina dal sit-in di protesta davanti al municipio di genitori e insegnanti, nato spontaneamente nei giorni scorsi grazie al tam-tam sulle chat di WhatsApp, quando era già nell’aria la decisione di prorogare ulteriormente la chiusura delle strutture scolastiche (che dovrebbero riaprire lunedì 28 settembre).
“Con tutte le misure di prevenzione che abbiamo messo in campo la scuola è un ambiente sicuro. In giro le persone continuano a vivere con maggiore attenzione, persino gli stadi sono stati riaperti, perché le scuole devono rimanere chiuse?”, hanno fatto notare genitori e insegnanti prima di essere ricevuti dall’assessore all'istruzione Giulia Giorgi. A cui hanno chiesto, tra le altre cose, una migliore e più tempestiva comunicazione: “Noi veniamo a sapere le informazioni dai genitori che utilizzano Facebook e Instagram. E in più non è giusto avvisare le famiglie la sera prima”, hanno sottolineato due dirigenti scolastiche.
Se da una parte il disagio ricade anche sull’organizzazione delle famiglie, dall’altra si fa notare come la chiusura delle scuole costituisca una sorta di “resa”: “Siamo qui a manifestare la nostra tristezza. Le scuole erano aperte persino durante la guerra, sono un pilastro della nostra società: chiuderle è una sconfitta per tutti”.
Al sit-in era presente anche la consigliera comunale di Italia Viva Federica Pecunia, che ha puntato il dito contro la sospensione, per un mese e mezzo, dei lavori del consiglio comunale e delle commissioni: “La maggioranza ha deciso che i lavori sarebbero rimasti sospesi fino a elezioni avvenute. In questo modo non abbiamo potuto approfondire l’argomento delle scuole: avremmo avuto le idee più chiare sul tema della riapertura, invece non ci è stato possibile farlo”.