Il Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato della Spezia, un’eccellenza specialistica nell’ambito del Dipartimento della P.S., anche durante il periodo di maggiore pressione dell'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, ha mantenuto inalterata la sua operatività in ambito subacqueo, per le esigenze istituzionali su tutto il territorio. In tale ambito, Il Dipartimento della P.S. ha avviato un’interessante collaborazione con la Onlus Marevivo, col progetto di verifica ambientale “Il mare durante il Coronavirus”.
L’attività è stata avviata in aprile e sta volgendo al termine nel mese corrente. Sotto il coordinamento centrale del C.N.eS., per l’attuazione del progetto sono stati impiegati il Nucleo sommozzatori della Spezia e le cinque Squadre distaccate, nelle sedi di Napoli, Bari, Venezia, Olbia e Palermo, operando nelle rispettive zone di competenza territoriale ed in ambiti marittimi limitrofi.
Sulla base delle indicazioni ricevute dai responsabili del Progetto proposto dalla Onlus Marevivo, sono state quindi effettuate una serie di immersioni in siti ritenuti di interesse, finalizzate a riscontrare eventuali cambiamenti intervenuti nel periodo dell’emergenza sanitaria Covid-19, in riferimento al blocco pressoché totale di tutte le attività lavorative, come alla drastica riduzione del traffico marittimo e della pesca professionale.
Il progetto si proponeva di effettuare una serie di immersioni nei mari di tutta Italia, con l’obiettivo di analizzare e documentare il mondo sommerso in una circostanza senza precedenti, creata dal lockdown, ovvero la condizione delle acque italiane in un momento in cui veniva meno ogni ingerenza dovuta alle attività umane.
L'attività ha permesso la descrizione di un ambiente marino “minimamente antropizzato”, permettendo un significativo raffronto con il pregresso, in situazioni normalizzate, quando le attività umane si svolgono regolarmente ed una previsione sul futuro
Da tale confronto potranno scaturire interventi efficaci, volti alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale, nonché dei delicati equilibri di interazione fra uomo e ambiente, di cui i sommozzatori della Polizia di Stato sono stati attori della fase operativa, tra i pochi a poter frequentare il mare nel periodo dell’emergenza epidemiologica.
In via generale, dall'attività subacquea degli operatori è emersa un’eccezionale limpidezza delle acque in cui si sono svolte le immersioni, compresa la straordinarietà che questo rappresenta per la laguna di Venezia, pur con le dovute proporzioni. Altresì dicasi per la ricca e florida presenza di flora e fauna ittica, quest’ultima sorprendentemente poco turbata e talvolta incuriosita dalla presenza umana. Riscontri cristallizzati con competenza e alta professionalità tecnica in immagini e video, già trasmessi da emittenti televisive nazionali e locali, che hanno reso così fruibile quel mondo a chi altrimenti non avrebbe potuto coglierne l’essenza, uno spettacolo inedito e senza precedenti.
Il progetto si è svolto su tutte le coste della Penisola, dalla Laguna di Venezia all’Isola delle Femmine in Sicilia, passando dal Parco delle Cinque Terre a Capo Figari in Sardegna, dalla secca di Miseno nel porto di Napoli al mare delle Puglie, nel golfo di Polignano.
Un'operazione che ha colto una ritrovata naturalità, impensabile e inattuabile in condizioni ordinarie, che ha valorizzato un patrimonio naturale troppo spesso sottovalutato o dato per scontato, quello del nostro ecosistema marino.