A sentire la Regione Liguria e la Asl5 le cose non vanno male: ci sarebbe il personale in corsia, i dispositivi di sicurezza presenti e grazie al progetto sierologico, l’individuazione del personale infettato e guarito, sarebbe un grande risultato epidemiologico.
Purtroppo, questa è solo una pia illusione che vuole far passare come risolti i gravissimi problemi organizzativi che invece celano altre verità.
Nota dolente in ASL 5 è la persistente carenza di personale sanitario che obbliga quello rimasto a lavorare senza poter mai riposare.
Certamente gli infermieri popolano le corsie ma solo perché obbligati dall’azienda a non poter usufruire dei congedi per riposare. Si legge infatti in una nota della asl 5 che “la fruizione delle ferie per il personale è sospesa in attesa di approfondimenti nel merito” Nessuna deroga o comportamento di miglior favore, da parte dell’amministrazione spezzina rispetto al Dpcm ancora in vigore, che blocca i congedi fino a fine luglio, e nemmeno alcuna previsione sulle ferie estive che, se negate, creerebbero un grave vulnus ad un diritto costituzionalmente garantito: insomma, gli eroi, che la stessa azienda in una nota della settimana prima, aveva ringraziato per aver garantito la presenza nel fronteggiare l’emergenza da covid-19, in realtà sono molto lontani dagli occhi e dal cuore della direzione spezzina e della regione che li sta prosciugando.
Al momento nessuna strategia sulle assunzioni nemmeno in fase 2 avviata, nonostante Nursind lo abbia denunciato più volte in fase 1 e inviato proposte sulle possibili modalità per assumere personale che avrebbe permesso il recupero psico-fisico di chi, oggi stremato, ha lavorato senza tregua. Non pare esserci l’intenzione di colmare la carenza di infermieri, fardello già pesante in epoca non covid, se non attraverso contratti di lavoro interinale che come sappiamo tutti, hanno una scadenza, che se non diventeranno definitivi attraverso un concorso specifico, significherà aver buttato all’aria l’investimento fatto su queste risorse in termini di formazione, di esperienza e pratica acquisita durante il periodo di straordinaria emergenza, oltre che una grossa perdita in termini numerici.
Certamente gli infermieri sono a lavoro, ma dopo la chiusura dei reparti covid, oltre a non meritare il riposo dovuto, non ottengono nemmeno alcun rispetto per le loro competenze, infatti vengono continuamente spostati a supporto di altri reparti, sguarniti, in quanto i loro colleghi sono in malattia contagiati da coronavirus.
Nessuna organizzazione, dunque, nemmeno nella gestione del personale, nonostante Nursind abbia chiesto, proprio per evitare tutto questo, il reintegro degli infermieri nei propri reparti di appartenenza.
Nessuna apertura né trasparenza da parte dell’amministrazione e della dirigenza che non risponde ad alcuna richiesta, probabilmente perché risposte non ne ha.
Gli infermieri – eroi che, hanno lavorato e lavorano, con pochi dispositivi di sicurezza messi sottochiave e non idonei poiché la asl5 ha reso possibile la gestione dei pazienti covid positivi con le sole maschere chirurgiche, quando ovunque si utilizzano le maschere di secondo livello fpp2; Gli infermieri-eroi costretti a lavorare anche se contagiati, perché in base alla procedura del progetto della regione Liguria, gli stessi dopo essere stati sottoposti a test sierologici per l’accertamento di eventuale infezione da covid-19, sono obbligati a lavorare, se presentano le IgM positive (segno di infezione in corso) e sono asintomatici, fino al risultato del tampone nasofaringeo che ne conferma la positività, col rischio in quel periodo di infettare pazienti e colleghi; questi infermieri-eroi, devono pagare anche il peso di scelte assurde e irresponsabili come queste, che si associano a quella della Fase 1, dove sono stati negati i tamponi al personale sanitario dopo contatto, a causa dell’inadeguatezza dei dispositivi di sicurezza, con paziente covid positivo.
In realtà invece, gli infermieri, professionisti e non eroi, oggi non tollerano più un comportamento del genere.
Hanno garantito la presenza, lavorato senza un orario fisso, si sono esposti continuamente ad un grande e gravoso lavoro fisico e psicologico e non possono accettare che questa dirigenza li ringrazi solo a parole.
Vogliono i fatti: un riscontro economico e la fruizione di legittimi riposi e Nursind lotterà con tutti i mezzi necessari affinché tutto quello che chiedono venga loro riconosciuto.
Segretario Territoriale Nursind La Spezia
Assunta CHIOCCA