“La situazione è in netto e costante miglioramento, i dati epidemiologici ce lo confermano”.
Parola della dottoressa Stefania Artioli, primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, che in una videointervista esclusiva a Gazzetta della Spezia (in allegato all’articolo) fa il punto della situazione sull’epidemia da Covid-19 nella nostra provincia.
Tanti i temi affrontati: dal trend epidemiologico degli ultimi giorni al rischio di una seconda ondata di contagio, dai farmaci sperimentali utilizzati anche alla Spezia al tasso di letalità del virus.
“Il trend in miglioramento si sta realizzando soprattutto in questi ultimi 15 giorni – ha spiegato Artioli al nostro giornale – Considerate che il 1 maggio il numero di ricoverati per Covid era di 50 in media intensità e 7 in Terapia Intensiva, e i dati aggiornati al 15 maggio ci dicono che siamo scesi a 36 ricoveri in media intensità e 5 in Terapia Intensiva. Nel momento di picco massimo, il 31 marzo, avevamo 154 ricoverati di cui 17 in Terapia Intensiva. Per quanto riguarda invece i pazienti paucisintomatici seguiti, erano 247 il 1 maggio, al 15 maggio siamo scesi a 168. Il picco di massimo di paucisintomatici, il 15 aprile, erano pari a 368 pazienti”.
“Se il trend manterrà questo livelli – ha aggiunto Artioli – ci dovremo augurare tassi zero di decessi. Ripeto: se si manterrà questo trend. Una data? Sarebbe azzardato indicarla”.
I dati in miglioramento ogni giorno, però, non devono far abbassare il livello di guardia. “Questa è una fase molto delicata – ha sottolineato Artioli – non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, perché il rischio di nuovi contagi c’è e ci sarà sempre finché continuerà la circolazione del virus. Un dato importante è che l’indice di trasmissibilità da persona a persona è calato drasticamente: a inizio epidemia per ogni paziente Covid ce n’erano circa 3 che venivano contagiati, adesso siamo ben al di sotto dell’1,1. C’è da aspettarsi che nel periodo estivo il Sars-Covid2 molli la presa. Però, se continuerà la circolazione del virus, è possibile che ci sia una seconda ondata a ottobre-novembre, forse con le stesse caratteristiche della prima. Anche perché ad oggi soltanto il 3-4% della popolazione è già venuto a contatto con il virus”.
(foto di repertorio)