Nella mattinata del 13 maggio, a Torino, durante un controllo di polizia, è stato arrestato un 23enne di origine marocchina.
Il ragazzo, su cui pendeva già, assieme ad altri 3 connazionali (già arrestati il 9 marzo), un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, poco prima dell’esecuzione dell’ordinanza, si era reso irreperibile.
È accusato, assieme agli altri extracomunitari già arrestati, di essere parte integrante di un sodalizio criminoso dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio sarzanese dal 2018 al 9 marzo scorso, quando al termine di una complessa attività di indagine il personale della Compagnia di Sarzana ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Grazie all’operazione denominata “Crociata”, iniziata a gennaio 2019, i Carabinieri hanno ricostruito una articolata rete di spaccio nel settore nord-ovest di Sarzana, che aveva come base la “casa della droga” nei pressi appunto dell’intersezione chiamata Crociata, in pieno centro.
Il 23enne marocchino è inserito nell’attività criminosa come una figura fondamentale, in quanto persona fidata del capo della banda già arrestato il 9 marzo insieme agli altri complici, tutti colpiti dall’ordinanza della misura cautelare in carcere, da aggiungere ad altre cinque persone deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria perché responsabili - a vario titolo - di favoreggiamento o in concorso nell’attività di spaccio.
Con l’arresto del 23enne, l’ultimo dell’ordinanza cautelare, è possibile iniziare il processo con la presenza di tutte le figure più importanti dell’organizzazione criminosa dedita allo spaccio di droga.
L’attività investigativa ha consentito di ricostruire il ruolo di ogni singolo componente dell’organizzazione e come si erano strutturati, sia per spacciare lo stupefacente nel comprensorio sarzanese, sia per eludere i controlli e le indagini delle forze dell’ordine.
Uno della “banda” riceveva le telefonate dai consumatori del posto e, dopo aver preso l’ordinativo, fissava l’ora e il luogo dell’incontro inviando all’appuntamento un terzo connazionale, diverso da quello che aveva ricevuto la telefonata, che portava con sé solo il quantitativo di stupefacente richiesto in quanto, se fosse stato fermato e controllato, il margine di rischio di essere arrestato sarebbe stato ridotto.
Il 23enne, oltre a vivere a casa del capo della banda, quindi evidentemente a conoscenza dei piani del giovane, era uno dei responsabili che portava lo stupefacente al cliente, recuperava i soldi della vendita e tornava nella casa senza farsi scoprire dalle forze dell’ordine.
Gli accertamenti svolti dai Carabinieri di Sarzana hanno appurato che il soggetto, allontanatosi prima dell’esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare in carcere, si era stabilito a Torino dove da ieri si trova in carcere.