La situazione degli abitanti delle zone di confine, in questi momenti di eccezionali decreti, è quantomeno piuttosto curiosa.
Premesso che certamente è stato molto importante limitare al massimo i movimenti, con risultati che, in tutto il mondo, sembrano dare ragione a questa scelta per il contenimento della pandemia da Covid-19, alcune recenti situazioni hanno di fatto creato un po’ di polemiche e - oltre a queste ultime, talvolta strumentali e funzionali - certamente hanno lasciato qualche perplessità.
Il riferimento non è tanto al paese di Albiano Magra che, per circostanze di forza maggiore (il crollo di un ponte, come è noto) si è veramente ritrovato ‘’blindato’’ in un contesto territoriale limitato, a seguito di questa evenienza drammatica; ma a tutte le zone di confine, dove gli uomini e le loro abitudini vanno decisamente oltre i limiti imposti dalle burocrazie, con tracciati di divisione effetto di motivi ormai dimenticati, con strane linee di separazione dei territori.
Pochi giorni fa due amiche, l’una abitante in Liguria nel Comune di Luni e l’altra in Toscana, nel confinante Comune di Carrara, si sono salutate sotto al cartello che segnala, appunto, il confine tra le due Regioni, senza poter attraversare il limite stesso, in osservanza dei recenti decreti sulla mobilità dei cittadini legati alla emergenza Covid-19.
Quel confine, in quel punto, è netto e corrisponde a un confine naturale, indicato da un torrente; casi come quelli descritti dalle due amiche, pur comprensibili e spiacevoli, possono aversi in un qualunque rapporto fra persone residenti in differenti Regioni.
Ma per qualcuno, i confini sono diventati improvvisamente un pensiero e un incubo potente, dopo decenni di pacifica convivenza ed assoluto disinteresse; per capire di più abbiamo chiesto ad abitanti di zone letteralmente a cavallo di due Regioni, dove i confini sono ambigui rispetto allo sviluppo urbano, se questi decreti hanno avuto influenze nelle loro giornate quotidiane.
Giovanni abita in via Ghiarettolo, nel Comune di Sarzana: se attraversa la strada, dove praticamente si affaccia la sua casa (la SS1 Aurelia) può raggiungere, sull’altro lato, un supermercato ed un ufficio postale. Sono comodissimi, utili ma... non può utilizzarli, in queste settimane, perché si trovano in Toscana, nel Comune di Fosdinovo.
Sia il sindaco di Sarzana sia quello di Fosdinovo, due signore attente alle esigenze dei cittadini dei loro territori, hanno fatto presente alle Autorità la situazione: anomalia legata a confini del tutto ‘’strampalati’’: chi osserva la cartina potrà notare che una lingua di territorio toscano penetra in quello ligure, scendendo dalla località di Caniparola, verso - appunto - l’Aurelia, un territorio non solo densamente popolato, ma ricco di servizi e attività.
Sempre anomalo il confine tosco-ligure, che questa volta riguarda il Comune di Podenzana e la località detta ‘’casa Borsi’’, prossima alla più nota Montedivalli. Qui c’è addirittura un condominio costruito verso il 1995, dove vive Rosa (e vi sono anche altre case, per un totale di una ventina di famiglie) che, ci spiega, è praticamente ‘’bloccato’’ sul piano delle comunicazioni dal decreto: ‘’...noi viviamo di fatto in Toscana: sotto di noi scorre il Vara e la autostrada A12, e sopra passa la strada SP 13; ovviamente per muoverci abbiamo bisogno di percorrere questa: esco di casa e, se vado a sinistra, raggiungo Beverino, oppure Pian di Madrignano, mentre prendendo la strada a destra arrivo in un attimo a Ceparana, comunque ed in ogni caso in Liguria. Mi hanno fermato qualche volta per controlli: e se sono persone del posto, delle nostre zone, non ci sono problemi, sinceramente comprendono bene che, se voglio fare la spesa, non ho alternative! Ma una sera un ragazzo, che immagino giunto da poco in questa zona, aveva intenzione di farmi una multa: per fortuna il suo capo pattuglia gli ha spiegato che il documento indicava la mia residenza in Toscana, nel Comune di Podenzana, ma che casa mia era ...dietro la curva, e che Ceparana, dove io avevo dichiarato di essere andata, e lo scontrino della spesa lo attestava, si trovava a meno di due chilometri!’’.
In tutta la nostra Regione queste situazioni si ripetono, con insistenza: esula dal nostro contesto spezzino, ma il piccolo paese di Massimino, una specie di cuneo ligure in Piemonte, sui monti che dividono l’alto Savonese dal Comune piemontese di Bagnasco, ha i servizi essenziali proprio in quella Regione, a circa 2 km dal suo centro. Il primo supermercato ligure (quello, cioè, ‘’frequentabile’’ in base al decreto) dista invece 17 chilometri di strada di montagna, secondo quanto denunciava il sindaco di quel piccolo Comune, che è addirittura collocato geograficamente nella Valle del fiume Tanaro (affluente del Po).
Secondo alcuni, e l’idea potrebbe certamente essere raccolta con facilità, i decreti di sicurezza, certamente indiscutibili, che hanno impedito gli spostamenti fra le Regioni, avrebbero potuto contenere, in particolare nella ‘’fase 2’’, una semplice frase, una piccola aggiunta, che indicasse – ad esempio: ‘’...sono consentiti i movimenti all’interno della propria Regione e, per le stesse motivazioni qui indicate, anche nei soli Comuni confinanti col proprio di residenza, situati in altra Regione’’.