Lutto nel giornalismo ligure, è morto stamattina nel reparto di malattie infettive del San Martino, stroncato dal coronavirus, Paolo Micai, cameramen e giornalista professionista genovese di 60 anni.
Micai lavorava per Mediaset, aveva seguito tutti i principali avvenimenti genovesi degli ultimi anni ed era ricoverato da una quindicina di giorni a causa del Covid-19.
Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate e Paolo dopo aver indossato il casco respiratorio era stato intubato. All'alba di oggi il decesso.
Micai è stato colto dal male mentre stava seguendo l’emergenza coronavirus effettuando dirette da diversi ospedali.
"Professionista attento e scrupoloso, coraggioso, innamorato del suo lavoro, generoso e disponibile verso i colleghi, Paolo era molto stimato ed apprezzato - ricorda l'Ordine dei Giornalisti della Liguria - Ai familiari giungano le condoglianze dell'Ordine dei Giornalisti della Liguria".
"È con un grandissimo dolore che esprimo il cordoglio mio e di tutta la Giunta regionale per la scomparsa di Paolo Micai - ha affermato il governatore Giovanni Toti - Paolo era uno stimato professionista, un regista televisivo validissimo che ha lavorato per Mediaset e per tantissime altre aziende televisive. Oggi la televisione e l'informazione perdono uno dei suoi migliori professionisti. Un pensiero commosso va alla famiglia in questo momento di dolore". Al cordoglio del presidente Toti si unisce anche l'Ufficio Stampa di Regione Liguria che esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia.
"Non era una questione di tecnica ma di grande sensibilità: con la cura per ogni dettaglio, l'attenzione curiosa e garbata per chiunque e qualunque immagine avesse di fronte, un vero artista della ripresa tv e un grande professionista che oggi piangiamo". Così l'assessore regionale alla Cultura e alla Comunicazione Ilaria Cavo ricorda il regista Paolo Micai, scomparso oggi per le complicanze da coronavirus.
"Dal crollo della torre Piloti a quello di Ponte Morandi Paolo ha sempre saputo cogliere e rendere l'immagine migliore, più vera - ricorda Cavo - Dei timelapse è stato un maestro, impegnatissimo di recente nel racconto della ricostruzione del Ponte di Genova con il progetto #AvantiGenova. Ci credeva, amava la sua città , la sua regione. Aveva anche ricevuto dei premi per come era riuscito a raccontarla. In quest'ultimo periodo raccontava l'attualità del coronavirus, ma anche, nel minimo dettaglio, la ricostruzione del nuovo ponte, con una grande voglia di guardare avanti, con quel piglio deciso ma gentile che in passato, lavorando insieme, ho potuto toccare con mano. Univa velocità e precisione, rapidità e profondità, ritmo e garbo. Da grande professionista ha saputo reinventarsi spesso, adeguarsi a tempi e tecnologie. Insegnava anche agli aspiranti videomaker. La speranza, oggi, nell'esprimere vicinanza alla sua famiglia - conclude l'assessore Cavo - è che insieme alla sua tecnica siano passati proprio ai giovani, ai professionisti del domani i suoi valori, il suo punto di vista "profondo" delle realtà da raccontare".