I Finanzieri del Gruppo della Spezia hanno scoperto un radicato sistema di alterazione di documentazione contabile e di apertura di partite Iva fittizie a favore di soggetti extracomunitari.
Le attività investigative hanno consentito di eseguire un’ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di una commercialista, che lavorava in uno studio professionale del centro città, la quale, dietro sostanzioso compenso, alterava le dichiarazioni contabili presentate da una serie di soggetti extracomunitari, titolari di partite Iva, al fine di poter avere le “carte a posto” per poter richiedere, presso diverse Questure italiane, il rinnovo del permesso di soggiorno o il ricongiungimento di un proprio familiare.
Le attività investigative, iniziate nel 2019 e coordinate dal Procuratore della Repubblica della Spezia Antonio Patrono, hanno permesso di individuare complessivamente circa 50 casi di illecita richiesta del rinnovo di permesso di soggiorno.
La commercialista spezzina si adoperava, anche di notte e di domenica, per falsificare il fatturato di numerose ditte individuali o società intestate a soggetti extracomunitari, con il solo fine di evidenziare il conseguimento di redditi più elevati di quelli effettivamente percepiti e poter così accedere ai requisiti previsti dalle norme in materia di immigrazione.
Per tali pratiche illecite, il tariffario era chiaro: per una consulenza completa, ovvero l’apertura di una partita Iva, all’extracomunitario veniva richiesto un corrispettivo di circa 250 euro; per la mera redazione della situazione contabile (c.d. bilancino), invece, bastavano 50 euro. Tutti i compensi venivano percepiti in contanti e senza fattura.
Nel corso dell’arresto, sono state eseguite anche perquisizioni presso gli uffici e l’abitazione dell’indagata, al fine di individuare e sequestrare ulteriore documentazione contabile.
Le indagini sono state condotte anche mediante la fondamentale collaborazione dell’Ufficio Immigrazione della Questura della Spezia.