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Molto legato alla comunità arcolana, ha reso il Vermentino famoso in tutto il mondo.

 

Se ne è andato a 92 anni il conte Nino Papirio Picedi Benettini.

La sua villa a Baccano di Arcola è stata spesso teatro di manifestazioni culturali ed enogastronomiche e la sua cantina un punto di riferimento per tutti i cultori del buon vino. In particolare il suo Vermentino è famoso in Italia e all'estero e ha ottenuto numerosi riconoscimenti, ultimo in ordine di tempo quello del Gambero Rosso.

La scomparsa del Conte lascia un grande vuoto nella comunità arcolana.

 

MESSAGGI DI CORDOGLIO

Si uniscono al cordoglio la deputata Manuela Gagliardi e l’assessore regionale Giacomo Giampedrone con Consiglieri comunali del gruppo Rialzati Arcola (Gatti, Righi, Pavero, Massi): “Abbiamo appreso ora della notizia della scomparsa del Conte Nino Picedi Benettini. Una notizia che ci lascia scossi, come del resto tutta la comunità arcolana e non solo. Oggi abbiamo perso un punto di riferimento, una figura dalle radici storiche. Con profonda passione e dedizione ha fatto si che, i suoi prodotti biologici ottenuti dalla coltivazione di vite e ulivo nella sua tenuta situata sulle colline di Arcola, divenissero un’eccellenza con riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.
Vogliamo ricordarlo come un uomo profondamente legato alla sua terra.
Da anni metteva a disposizione la Villa Picedi di Baccano per lo svolgimento della rassegna "Arcola e i suoi vini", manifestazione che ha fatto conoscere le bellezze e i prodotti di Arcola".

 

“Un grande amico, un grande agricoltore, già presidente di Confagricoltura La Spezia, aveva contribuito all’affermazione della viticoltura specializzata sulle colline della Val di Magra, facendoci conoscere ed apprezzare i colori, i profumi ed i sapori dei suoi vini”. Con queste parole Renato Oldoini, “anima” della Confagricoltura spezzina, ricorda il Conte “Nino” PIcedi Benettini.

“Un grande rappresentante delle viticoltura spezzina - dichiara il presidente locale di Confagricoltura, Filippo Zangani - ricordando come Picedi fu tra i produttori fondatori del “Colli di Luni”.

Andrea Sampietro, Direttore di Confagricoltura Liguria, ricorda il Conte e la sua attività: "La scomparsa di questa storica ed insigne figura lascerà sicuramente un vuoto in tutta la viticoltura ligure. La sua storia è quella dell’intera famiglia Picedi Benettini, che nella “storica e pura terra di Lunigiana, assai prima che vi giungesse Dante - come amava ricordare - aveva dato origine ad attività agricola censita nell’antica città di Luni già dal 177 A.C. Lì la nobile famiglia aveva terreni e case ed era dedita, sin dagli albori, alla cultura, con uomini d’arte e giureconsulti, ed all’agricoltura appunto”. L’attività agricola moderna ebbe inizio nei primi secoli dello scorso millennio e si era tramandata, di generazione in generazione, fino ai giorni nostri. La Tenuta, da sempre gestita dalla famiglia, vedeva nel Conte “Nino” l’anima gagliarda che aveva saputo affermare con grande tenacia la viticoltura dell’intera Lunigiana. Coltivava i famosi “Chioso”, “Barcola” e "Ceserano” con il metodo dell’agricoltura sostenibile dando vita, tra i primi, alla DOC dei “Colli di Luni” e all’IGT “Val di Magra” su terreni da secoli dediti alla coltivazione della vite. Vigneti posti a cavallo della collina, tra il Golfo della Spezia e la Vallata del Magra, un magico luogo dove si incontrano da sempre le brezze marine, cariche di salmastro ed umidità, e le correnti fresche dell’Appennino, con il loro clima asciutto. Un clima perfetto per la viticoltura sfruttato sapientemente dal Conte, “Nino” per gli amici, che qui aveva le sue origini, la sua storia, la sua passione. Non di meno amava le terre, ed i vini, a ridosso dello storico borgo di Ceserano, perché in quei posti la natura infondeva ai suoi vini caratteristiche uniche.Con il Conte se ne va un pezzo importante della storia della viticoltura “eroica” della Liguria. Alla famiglia il cordoglio di tutta la Confagricoltura ligure, e, siamo sicuri, dell’intera viticoltura della Liguria, con l’augurio, questo si, che la storia dei Picedi Benettini possa continuare per altre generazioni, soprattutto grazie a ciò che “Nino” è stato ed ha fatto".

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