"Le tensioni che sono da un po' di tempo al centro delle attenzione e stanno attraversando il mondo del trasporto pubblico locale e i lavoratori del settore hanno due ragioni profonde.
La prima è relativa ad uno stato di abbandono che non nasce certamente adesso ma che ha radici profonde e parte da lontano, ovvero da quando Atc ha smesso di pensare al futuro ed ha cominciato a consumarsi, diminuzione degli investimenti sul parco mezzi, aumento delle esternalizzazioni, taglio di km per più di un milione e mezzo, tutto questo ha certamente determinato una visione catastrofica agli occhi dei lavoratori.
La seconda è prettamente politica: certi soggetti stanno già pensando alle prossime elezioni regionali e di conseguenza stanno lavorando in tal senso, incuranti dei risvolti che questo loro agire possono avere sui lavoratori.
È indubbio che da questo non può nascere nulla di buono, anzi è facile il contrario.
Chiaramente l'azienda non può scappare alle sue responsabilità e riconoscere ai lavoratori il diritto di poter lavorare in tranquillità e sicurezza, è troppo facile per tutti giocare a rimpiattino e scaricare gli uni sugli altri responsabilità e colpe.
Forse occorrerebbe riportare la discussione al centro dei problemi facendo tutti uno o più passi indietro e ripartendo, mettendo al centro della discussione i lavoratori e il futuro di ATC".
Faisa-Cisal