“In memoria dell’Arsenale. Gli arsenalotti”. Suona quasi come un epitaffio quanto scritto sulla corona di fiori listata a lutto che stamani i sindacati hanno deposto in segno di protesta sotto la statua di Domenico Chiodo, davanti all’entrata della base in viale Amendola.
In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Arsenale, che prendono il via oggi, i sindacati hanno deciso di “festeggiare” a modo loro, ricordando la situazione drammatica a livello di forza lavoro per la base spezzina.
Da qui la corona di fiori listata a lutto e il presidio di protesta di stamani. Alle 13.30 di oggi, inoltre, è in programma un incontro tra il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone e le sigle sindacali, che spiegheranno le ragioni delle loro rivendicazioni (in fondo all’articolo la lettera che i sindacati hanno indirizzato all’Ammiraglio).
All’origine della situazione attuale c’è il blocco del turn over che in questi anni ha impedito nuove assunzioni nel personale civile della Difesa, compreso quello della base spezzina, e i mancati investimenti in impianti e infrastrutture. A completare il quadro va aggiunta anche la serie di pensionamenti ormai dietro l’angolo.
Da qui al 2024 si stima che si raggiungerà un deficit dell’organico pari al 51 per cento: un punto di non ritorno dopo il quale non sarebbe più possibile garantire la continuità di lavoro dell’Arsenale con il modello attuale, come ha riconosciuto nei giorni scorsi anche l’Ammiraglio Giorgio Lazio.
“Oggi non c’è da festeggiare proprio nulla, ecco perché non parteciperemo alle celebrazioni per il 150ennale. In una giornata che per gli altri è di festa, noi percepiamo un’atmosfera da funerale”, hanno spiegato Franco Volpi, coordinatore nazionale Difesa Cisl, Daniele Lombardo, segretario generale Fp Cgil La Spezia, e Cari Rossi della Uil Pa La Spezia.
“Tutto quello che la città ha conosciuto grazie all’Arsenale sta morendo – hanno continuato – C’è bisogno di un investimento sia in termini di infrastrutture che di assunzioni. A giorni chiameremo a raccolta tutte le forze sociali della città e della Regione perché prendano una posizione chiara nei confronti del governo e del nuovo ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che nonostante sia stato invitato non prenderà parte alle celebrazioni dell’Arsenale. Ci vuole un’idea chiara di piano industriale per una realtà che è stata il fiore all’occhiello delle attività manutentive della Difesa. Oppure questa diventerà una città di badanti e camerieri”.