I sindacati si dicono “disposti a tutto” pur di evitare che più di 150 operatori sociosanitari (Oss), oggi attivi negli ospedali di Spezia, Sarzana e Levanto, perdano i loro posti di lavoro a causa del nuovo concorso di internalizzazione della Regione.
Mettono in guardia dal rischio di “una macelleria sociale”, se effettivamente il nuovo concorso regionale per 84 posti da Oss, che dovrebbe uscire a ottobre, non prevederà una corsia preferenziale per tutte le persone che da anni lavorano nei reparti del Sant’Andrea, del San Bartolomeo e del San Nicolò (oggi dipendenti di Coopservice).
Il primo incontro con l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale, ad aprile, aveva lasciato aperta la porta a una soluzione per salvaguardare i posti di lavoro. Poi però, denunciano Cgil, Cisl e Uil, dalla Regione non sono più arrivate risposte né rassicurazioni, nemmeno nell’ultimo incontro dell’11 settembre scorso.
È per questo che i sindacati, dopo una partecipata (e infuocata) assemblea ieri sera con i lavoratori, hanno avviato lo stato di agitazione.
Il prossimo passo sarà il tentativo di conciliazione in Prefettura, ma la possibilità concreta è quella dell’organizzazione di scioperi, manifestazioni e anche occupazioni del consiglio regionale in segno di protesta.
“Siamo impegnati a risolvere una situazione che mette a rischio più di 150 posti di lavoro nelle nostre strutture ospedaliere – ha spiegato stamani Luca Comiti della Cgil – Oggi parte un percorso sindacale che, se necessario, sfocerà nella mobilitazione. Secondo noi la soluzione deve trovarsi o attraverso la modifica del concorso di internalizzazione, o lasciando la situazione com’è oggi”.
Quello dei sindacati non è un no al passaggio degli Oss nel settore pubblico, anzi. L’internalizzazione è auspicata da tempo, ma non con questi numeri e con questa modalità, che di fatto avverrebbe al prezzo degli attuali posti di lavoro.
Il nuovo concorsone, infatti, registrerebbe con tutta probabilità un numero molto alto di partecipanti, senza però alcuna corsia preferenziale per chi già da anni assicura il servizio assistenziale negli ospedali.
L’internalizzazione, quindi, si trasformerebbe in un autentico boomerang per gli attuali Oss. Tanto più che le possibilità di collocamento di questi lavoratori sono quasi pari a zero, visto che tutte le strutture del territorio sono praticamente sature.
“Siamo molto preoccupati – ha aggiunto Mirko Talamone della Cisl – Le mancate risposte dell’assessore Viale ci hanno messo in allarme. Non chiediamo soltanto l’attuazione di un concorso territoriale, ma garanzie certe per questi operatori. Chiederemo anche la collaborazione di tutte le istituzioni, compreso il sindaco Pierluigi Peracchini, che già si era detto favorevole a trovare un percorso per salvaguardare i lavoratori. Si tratta di più di 150 operatori: il problema rischia di mettere a repentaglio anche la tenuta sociale”.
Altro punto controverso è quello dei numeri del nuovo concorso: 84 gli Oss che verranno assunti, circa la metà degli attuali 155 a tempo indeterminato, a cui ne va aggiunta una trentina a tempo determinato.
Secondo i sindacati non si riuscirebbe a garantire i livelli assistenziali. Per il superamento dell’attuale appalto in mano a Coopservice ci vorrebbero due anni, con assunzioni graduali in due step: il 1 luglio 2020 e il 1 luglio 2021.
“La nostra attenzione su questo tema è massima, non solo a livello territoriale ma anche regionale – fa notare Marco Furletti della Uil – Spezia è un’anomalia nel panorama delle Asl: dappertutto l’attività degli Oss è già a carico dell’azienda sanitaria, qui no. In tutti questi anni, in più, gli operatori hanno sopperito alle mancate assunzioni del settore pubblico. I lavoratori ci hanno dato il mandato all’unanimità di aprire lo stato di agitazione. Siamo disposti a tutto, anche a occupare il consiglio regionale”.
Alessandra Guazzetti della funzione pubblica Cgil ha puntato l’attenzione sul numero degli Oss previsti dal nuovo concorso: “Abbiamo l’impressione che qualcuno si preoccupi più dei conti che dei livelli assistenziali, che 84 nuovi Oss non sarebbero minimamente in grado di garantire”.