Elvio Baldini è il secondo nonno artigiano che racconta il suo mestiere agli alunni della classe 5C della scuola primaria 2 Giugno.
Pubblicato il: 02-03-2018
I ragazzi hanno accolto Elvio con entusiasmo e ascoltato con attenzione ed interesse tutti i segreti della sua vita da fotografo professionista.
La speciale lezione si è tenuta nell’ambito del progetto “Raccontando insieme le antiche professioni”, nato da una collaborazione tra la scuola primaria 2 giugno e la CNA Pensionati. Baldini ha raccontato di come a soli sedici anni, nel 1951, sia stato assunto come garzone di bottega nello studio fotografico Pedrini. Così ha imparato la professione. Il mestiere è molto cambiato nel corso del tempo: i bambini ormai conoscono la fotografia tramite i cellulari e le macchine digitali e non sanno come funzionano i vecchi strumenti del mestiere. Per loro è stata una vera scoperta. Elvio ha portato le sue prime macchine di lavoro completamente manuali e ha spiegato il funzionamento dell’impressione dell’immagine sulla pellicola. I ragazzi hanno scoperto come si sviluppavano a mano le foto nelle vasche della camera oscura, illuminata solo da una debole luce rossa. Quasi un miracolo della tecnica vedere comporsi pian piano le immagini. Dopo il bagno di fissaggio, che porta via i granuli di argento di superficie, la parte bianca della pellicola diventava nera e il negativo veniva lavato per bene sotto l’acqua corrente per non farlo ossidare e renderlo disponibile ad altri sviluppi.
Nonno Elvio, classe 1934, ha spiegato come da garzone faceva le sue prime foto con poca luce con un antesignano flash alla polvere di magnesio sino ad arrivare a quelli moderni. L'artigiano ha illustrato anche l’evoluzione delle sensibilità delle pellicole. I ragazzi hanno visto foto antiche in bianco e nero o seppiate, o colorate a mano quando ancora non erano nate le immagini a colori. Tra le più toccanti una foto dell’estate del 1944 dei bombardamenti che colpivano La Spezia, che più di tutte le altre è rimasta impressa negli occhi dei bambini proprio perché l’immagine unita al racconto è in grado di far capire la tragedia della guerra avvenuta nella propria città.
Il progetto “Raccontando insieme le antiche professioni” è stato sviluppato dalla dottoressa counselor Sara Manganelli, con la supervisione della psicologa Emanuela Mazzoni e ha trovato realtà nella Scuola Primaria 2 Giugno con l’approvazione della Dirigente scolastico Antonella Minucci e l’insegnate della classe 5C Susanna Varese. Gli incontri di counseling e di ascolto portano un nonno artigiano in classe che racconta ai nativi digitali tutti i segreti e le peculiarità del proprio mestiere.