A tal proposito anche quest’anno ho effettuato l’ormai tradizione visita alle realtà lavorative e istituzionali presenti in Diocesi. Con viva gratitudine devo dire d’aver fatto nuovamente esperienza di una accoglienza serena e sincera da parte delle persone che ho incontrato e ho potuto vedere direttamente le varie situazioni concrete.
È indubitabile che vi siano segni di ripresa, però la fatica del cammino si fa ancora seriamente sentire. Nonostante ciò, ancora una volta ho potuto constatare che la volontà e la responsabilità non sono venute meno e la speranza non si è spenta nel cuore degli uomini. Il lavoro rimane certamente la priorità fondamentale, sia nel conservare quello già presente, che nel suscitarne del nuovo. Si pone infatti come condizione indispensabile per tutti, ma in particolare per i nostri giovani, per il loro futuro e per dar loro la possibilità di scegliere liberamente se rimanere su questo territorio o orientarsi altrove, nonché quella di poter progettare e costituire nuove famiglie.
Nel contempo lo sguardo di impegno e di speranza verso il domani non deve farci perdere di vista le necessità in cui versano molti nostri fratelli nell’oggi. In tal senso il Natale richiama tutti a rinnovati e concreti gesti di solidarietà, sia corporale che spirituale. Per questo mi sembra opportuno ricordare e ringraziare per tutte quelle iniziative che, ad opera della Caritas diocesana, dei Padri Francescani, della San Vincenzo e di tante altre e lodevoli realtà caritative, vengono svolte con competenza e generosità lungo tutto l’arco dell’anno. È altrettanto doveroso sottolineare l’importanza del contributo operativo ed economico dato da molte singole persone. Con esso possono essere date ulteriori risposte concrete, le quali, anche se non esaustive, sono però capaci di far sentire prossimità e solidarietà sempre nuova.
La luce che scaturisce dal Cristo, nato a Betlemme, ci invita ad innalzare il nostro sguardo oltre l’orizzonte terreno e, nel contempo, veniamo così richiamati ad una rinnovata concretezza. Una concretezza fatta di fatiche, speranze, accoglienze e rifiuti, gioie e timori, che il Figlio di Dio, fattosi uomo per tutti noi, ha voluto vivere scendendo in ogni piega della nostra umanità. È dunque fondamentale ricordarci che il Natale è tale perché celebra la nascita di Gesù, altrimenti il 25 dicembre rimarrebbe semplicemente una delle tante date del nostro calendario. La luce della fede ci deve condurre a cogliere questo mistero, come la stella portò i Magi a contemplare il Bimbo appena nato.
Come avevo già accennato nel messaggio per l’Avvento, siamo tutti invitati a riprendere in mano il Vangelo e ritornare così alla freschezza di quella Parola viva che è il Figlio di Dio venuto in mezzo a noi. In esso risplende la luce di una vita creata per l’eternità, la gioia del saperci amati da Dio, l’esigenza di camminare nella Verità, il dovere di vivere nella Carità.
A tutti dunque il mio più sincero “Buon Natale”, con un ricordo nella preghiera e la benedizione del Signore.