“Nel settore vigilanza c'è una situazione di lavoro intollerabile e le aziende ignorano sistematicamente I diritti e le richieste dei lavoratori“ - così Luca Comiti, segretario provinciale Filcams CGIL, che continua - “Anche in alcune aziende che operano nella nostra provincia, come Globo, SicurItalia e Lince, quest'ultima prima azienda di viglilanza sul territorio, i lavoratori sono sottoposti a turni massacranti attraverso un uso distorto dello straordinario: si arriva anche a 13 ore di lavoro al giorno, senza pausa, quando dovrebbero essere 7; per non parlare delle ore aggiuntive rispetto al turno, del cambio di turni senza preavviso, della mancanza di programmazione delle giornate lavorative, del riposo giornaliero e settimanale insufficienti, della gestione autoritaria di ferie e permessi. In pratica, i lavoratori non sanno cosa faranno il giorno dopo: una flessibilità snervante, che mette a rischio la gestione della vita quotidiana, a partire dagli affetti familiari.”
Continua Comiti: “Nel settore trasporto valori ci troviamo con situazioni a rischio per i mezzi deteriorati e la mole di lavoro troppo alta. Il “rischio marciapiede” è all'ordine del giorno, perchè un lavoro delicato come il ritiro del bancomat dovrebbe essere svolto da tre lavoratori, non da due come avviene di solito (uno deve stare sempre a bordo del mezzo). Altrettanto difficile la situazione del pronto intervento notturno: 26 notti al mese dalle 9 di sera alle 6 di mattina, spesso con altri servizi aggiuntivi precedenti; anche qui, una mole eccessiva di lavoro che va a scapito della sicurezza degli operatori e della qualità del servizio per l'utente finale. Ci sono centrali operative con solo un operatore che non si alza dalla sedia per 8 ore, non va neanche in bagno, con 4 telefoni, computer, telecamere, per gestire decine di pattuglie”.
Conclude il segretario della Filcams: “Tutto questo avviene in un clima generale di vessazione nei confronti dei lavoratori, con discriminazioni e favoritismi, senza corsi di aggiornamento, a partire da quelli di difesa personale. E' chiaro che la situazione riscontrata nel comparto è assimilabile a quella delle altre società di vigilanza, anche considerato che non siamo ancora giunti al rinnovo del contratto nazionale; ma questo non esime le aziende spezzine da assumersi le proprie responsabilità. Soprattutto in Lince sono 4 anni che la proprietà ignora le richieste di miglioramento delle condizioni di lavoro, i lavoratori sono stanchi. Pretendiamo nelle aziende l'apertura immediata di un tavolo di confronto, a questo punto non più rimandabile, in cui forniscano risposte ed impegni concreti.”