Vogliamo ricordare che già dal 2015, anno in cui unilateralmente l'azienda ha annunciato l'anticipo della chiusura della Centrale Enel entro il 2021, i lavoratori diretti e dell'indotto vedono a rischio il mantenimento del loro posto di lavoro sul territorio spezzino e vorrebbero evitare che Enel proceda ad una totale delocalizzazione, infatti già oggi una parte di essi sono stati ricollocati al di fuori dell’ambito locale in ragione del nuovo assetto organizzativo ed in previsione della chiusura della produzione a carbone nel 2021.
Al di là di tutte le idee e proposte che possono venire da parte di tutti i soggetti interessati (stakeholders) sulla futura destinazione dell'area; è necessario recuperare la serietà e credibilità del confronto, fondamenta dello strumento che è stato individuato sul nostro territorio per generare una discussione in grado di valorizzare imprese locali e nazionali già della partita ed attrarne di nuove per integrarsi in un progetto innovativo di riconversione produttiva, in grado di coniugare sostenibilità sociale ed ambientale.
"La Spezia come modello nazionale della riconversione di un territorio" è la vera sfida. Già a febbraio 2016, con tutte le nostre organizzazioni nazionali di categoria, ci eravamo impegnati per questo progetto, nell'interesse generale della nostra comunità, per agevolare lo sviluppo di una progettualità capace di attrarre sia idee innovative che risorse necessarie per attuarle.
Con questi obiettivi, dopo essere stati i promotori, abbiamo convintamente aderito al tavolo istituzionale.
Il nostro obiettivo è quello di favorire un processo di riconversione anche produttiva dell'area, individuando in Enel un soggetto che riformuli la propria presenza sul territorio, investendo secondo le linee del proprio piano strategico, per dare vita a progetti innovativi in grado di coniugare sviluppo economico/sociale ed ambientale.
La mancanza di un progetto condiviso dalla comunità locale, condurrà inevitabilmente ad un disimpegno di Enel dal nostro territorio, sia come soggetto investitore, sia come soggetto facilitatore di ingresso di altri investitori di qualità.
Abbiamo partecipato al tavolo istituzionale, insieme alle forze sociali, ambientali, imprenditoriali della città, che gli hanno riconosciuto valore, aprendolo anche a confronti e tavoli nazionali. Ne abbiamo condiviso il metodo ritenendo fondamentale la partecipazione della delegazione nazionale di Enel e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Privarci di questo strumento di pianificazione condivisa, a prescindere dalle idee sulla destinazione futura dell’area, sarebbe un gravissimo errore. Ne chiediamo pertanto il fondamentale mantenimento.
Non condividiamo gli annunci ad effetto, i dialoghi diretti, i rapporti veri o presunti tenuti individualmente; vogliamo un confronto serio e centrato sul merito, capace di cogliere tutte le opportunità che sin da oggi ci possono essere senza rimandare ad un futuro che verrà.
Pensiamo che la direzione debba essere quella di allargare la presenza al tavolo di nuovi stakeholders e di accelerare i tempi sulle prime decisioni da prendere, partendo proprio dai risultati dello studio commissionato da Enel ad Enea.
Le scelte di Enel di chiudere la produzione a carbone entro il 2021 hanno già causato ricadute sul personale diretto e dell'indotto, non possiamo aspettare che si chiuda l'ultimo cancello per pensare al futuro dell'area.
Abbiamo idee e progetti che riteniamo possano essere utili alla comunità spezzina e vogliamo una sede dove confrontarci, condividere e fare sistema.
Il “liberi tutti“ è un fallimento annunciato.
RSU Aziendali
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Cisal Federenergia