“È inaccettabile che si continui a ridurre il perimetro della sanità pubblica, sotto gli occhi inermi di cittadini e istituzioni. Il totale disimpegno del Comune di Sarzana dalla gestione della Sabbadini, non solo porterà alla chiusura di una struttura che per anni è stata un punto di eccellenza della cosiddetta sanità diffusa sul territorio; comporterà, di fatto, un forte indebolimento dei servizi sociali e sanitari gestiti dal pubblico”: ad affermarlo sono le segreterie di CGIL, CISL e UIL.
Continuano i sindacati: “In un momento di forte crisi economica, assecondare la voglia di privatizzazione da parte delle istituzioni, significa rinunciare a combattere per una sanità dai solidi pilastri pubblici, diffusa sul territorio e collegata anche ai bisogni sociali dei cittadini, che sempre di più trovano difficoltà ad avere una vera e proprio presa in carico della propria situazione di gravità personale o familiare. Assegnare la gestione per 25 anni, così come riportato nei quotidiani, significa di fatto privatizzare un pilastro del servizio socio-sanitario della Val di Magra, rischiando inoltre di esporre i lavoratori a una eventuale diminuzione in termini di diritti e salario. Per noi la logica è più pubblico sia quantitativamente che qualitativamente, fortemente integrato nel territorio ed efficiente, attento a tutti i bisogni sociali e sanitari dei cittadini, soprattutto di coloro che sono rimasti soli e inascoltati dinnanzi al perdurare di questa violenta crisi economica e sociale. Per questi motivi chiediamo un incontro ufficiale e urgente alla Regione Liguria congiuntamente al Comune di Sarzana”.