Complicazioni tanto più serie perché la Liguria ha a che fare come poche altre con territori appenninici, alpini e soprattutto marini di rilievo anche internazionale. Insomma con APE e con il santuario dei cetacei e direttamente con la Toscana, l'Emilia, il Piemonte oltre alla Francia. In questo contesto ricondurre, per esempio, a una esclusiva gestione dei parchi regionali magari accorpandoli per ridurre le spese sarebbe un errore imperdonabile perché verrebbe meno quel radicamento e collegamento con il territorio che è la linfa vitale per qualsiasi area protetta. Tanto più in una regione che deve ancora, dopo tanti anni, riuscire ad integrare aree protette terrestri e aree protette marine come nel caso di Portofino dove operano ancora distintamente – anche se impegnati nella collaborazione – un Ente regionale e un Consorzio. Anzi qui si profilano pericolosamente nuove e più gravi insidie derivanti dal testo di modifica alla legge 394 approvato clandestinamente al Senato che cancella dalla legge quadro il riferimento "ai brevi tratti di costa prospicienti" alle regioni che vuol dire semplicemente che le regioni non potranno e non dovranno più occuparsi di aree marine dopo che una legge sul mare precedente alla 394 aveva previsto addirittura piani regionali costieri che proprio a Genova molti anni fa ebbero il suo varo.
Ecco perché all'incontro nazionale promosso da Federparchi per il 29 gennaio a Roma sarà bene che l'associazione si pronunci con forza e chiarezza su questa gravissima amputazione di una legge che aspetta specie su questo punto di essere finalmente attuata e non certo stravolta.
Renzo Moschini
Coordinatore Centro Studi del Parco di Montemarcello-Magra
Presidente del Gruppo di San Rossore
www.grupposanrossore.it