Il 1 maggio insieme alle altre festività civili e religiose continua ad alimentare il dibattito tra chi sostiene il sempre aperto di negozi e centri commerciali e chi vorrebbe regolamentare la chiusura delle saracinesche.
Filcams Cgil, Fisascat CISL e UILTuCS UIL, da sempre contrarie alla totale liberalizzazione degli orari e delle aperture nel commercio, stanno portando avanti una battaglia a sostegno di una regolamentazione del settore, che permetta di venire incontro anche alle esigenze delle lavoratrici e lavoratori.
Le aperture indiscriminate non hanno, come molti auspicavano, né aumentato i consumi nè l’occupazione. Lo dimostrano le tante procedure di licenziamento collettivo aperte da diverse aziende della Grande Distribuzione Organizzata.
Dal 2015 un disegno di legge per regolamentare le aperture nei giorni di festa è fermo al Senato e non è ancora stato approvato.
A 5 anni dal Decreto Monti non c’è stato nessun miglioramento economico che ha portato il paese fuori dalla crisi, nè aumento di posti di lavoro, nè che ha migliorato le percentuali dell’occupazione. Invece è molto più evidente come la risposta alla crisi dei consumi e alla liberalizzazione, da parte delle imprese, ha prodotto effetti negativi sui temi dell'organizzazione del lavoro, gli orari, i turni, le flessibilità dei tempi di lavoro.
Come Filcams, Fisascat e Uiltucs riteniamo ormai indispensabile intervenire sulla normativa nazionale per far sì che possa essere definita una programmazione annuale delle aperture, per tener conto della conciliazione dei temi di vita e lavoro dei dipendenti del commercio e per rispettare le festività civili e religiose del nostro paese.