A una condizione indispensabile, però: aprirsi ed essere più propensi al cambiamento. Ci sono ambienti dell'economia e della società civile cittadina affezionati alla lamentazione e al mugugno, una "cultura" che rischia di essere letale con le sue tossine di rassegnazione e accidia.
Sappiamo di essere gente capace di prove non ordinarie e, senza enfasi o retorica, il nostro orgoglio deve finalmente emergere dall'ombra.
Questa è la sfida culturale, lo spirito con cui, con la mia Amministrazione, affronteremo il nuovo anno.
Tutti, e in particolare chi ha più bisogno, chi è più debole ed esposto ai rischi della marginalità, chi subisce di più i feroci contraccolpi di questa crisi, non ha bisogno di scenari illusori, ma di una politica che sappia unire onesta concretezza e coraggioso rinnovamento.
Il 2013 sarà l'anno in cui imprimeremo una forte accelerazione a tutti i nostri programmi. Ci impegneremo senza tentennamenti. Il tempo è importante e non va sprecato.
Ma il Comune non basta. Ci vuole la comunità tutta, coralmente partecipe di uno slancio aperto al cambiamento. Perché il vecchio mondo non tornerà e ce la farà chi lo capisce per tempo. I tanti che già hanno messo in campo spirito di iniziativa devono crescere, diventare sempre di più coloro che sono disposti a riconvertirsi e a guardare a ciò che rappresenta nuove opportunità. Spinte, tensioni al cambiamento positive che troveranno sempre in me e nell'Amministrazione una sponda.
Già nel corso del 2012, l'attenzione verso la città di importanti imprenditori ha fatto finalmente emergere visioni positive e offerto un dato di fiducia che incoraggia, imprimendo valore aggiunto in termini di forza e competitività.
La priorità infatti è il lavoro. Quello dipendente, quello precario, quello duro dei tanti piccoli imprenditori o commercianti, quello da costruire per le giovani generazioni. Tecnologie, turismo, ambiente e territorio, le tipicità, il sapere e la formazione. Questi gli assi su cui puntare. E qualità ed eccellenza, in ogni campo. Anche qualità della vita, perché la nostra è una bellissima città che non smette di investire su sé stessa, sulle politiche culturali, sul suo tessuto commerciale, sulla sua mobilità, per adattarsi a tempi e abitudini di vita che cambiano, per essere più accogliente, competitiva e al passo con le esigenze dei cittadini.
Cercare di tenere il mondo chiuso fuori dalla porta è impossibile. E dannoso. E' togliere respiro alle forze più vitali, soffocare il futuro in nome di un rassicurante decorso tipico di quei vecchi egoisti che non riescono a guardare oltre se stessi.
Abbiamo bisogno di coraggio e generosità, non di una illusoria e mefitica tranquillità. Bando allora ai mille conservatorismi di maniera, che si nascondono anche sotto un sedicente ambientalismo o un pseudo identitarismo culturale.
Il 2013 sarà l'anno in cui apriranno tanti nuovi cantieri capaci non solo di dare lavoro, ma di cambiare, ammodernare, rendere più bella, più vivibile e più attrattiva la nostra città. E sarà anche l'anno in cui in cui si vedranno i primi segni di un programma di promozione della città che punta a fare di Spezia una città europea, più fiduciosa delle proprie possibilità e che così si propone all'esterno.
Sul waterfront daremo concreti e fattibili segnali di avanzamento. Entro il mandato vorremmo raggiungere una soluzione all'annoso problema dell'accesso al mare per la città, lasciare al sindaco che verrà dopo di proseguire un percorso saldamente incardinato e già approdato a primi concretissimi risultati .
Voglia di intelligenza, rischio, sperimentazione e, insieme, senso di comunità, tradizione, territorio, ambiente. Così la città si conquisterà un ruolo forte, potrà offrire lavoro e nuovo benessere. Una concreta possibilità per le giovani generazioni di vivere qui e bene.
Questa la direzione di marcia. Sono il Sindaco di tutti, a servizio della mia comunità, quella che c'è e quella che verrà, ma la mia politica non intende essere il punto di riferimento di tutti. Non mi interessa la compagnia dei conservatori, ma catalizzare le forze del cambiamento. Sono aperto all'ascolto e alla condivisione con tutti coloro che vogliono innovare, a partire dai giovani. Il discrimine sta qui.
Siamo a un bivio ed è il momento di scegliere, rinnovamento o conservazione.
Massimo Federici
La Spezia, 12 gennaio 2013