"Da tempo richiedevamo la definizione di un progetto industriale in grado di valorizzare i settori caratterizzanti della multiutility (idrico ed ambientale), nonché tutte le attività che il gruppo ha sviluppato (gestione calore, servizi di call center, servizi informatici, attività infragruppo) immaginando anche l'ingresso in altri contesti a valore aggiunto" - afferma Matteo Bellegoni, segretario generale della CGIL spezzina, in riferimento al nuovo piano industriale di ACAM, e continua: "Una multiutility deve essere in grado di rispondere alla riduzione delle perdite idriche, estendere le reti fognarie e di depurazione, rinnovare impianti e mezzi, potenziare la raccolta differenziata, aumentare le isole ecologiche, migliorare il decoro urbano, rafforzare la gestione calore, sviluppare progetti di efficienza energetica".
Secondo il segretario della CGIL, questi obiettivi richiedono continui investimenti, una dotazione di capitale che non può essere richiesta ai comuni azionisti. La soluzione è identificare un partner industriale esterno con un progetto in linea con queste aspettative.
"Non certo un soggetto qualsiasi - continua Bellegoni - ma un operatore economico solido, a maggioranza pubblica, che valorizzi il Gruppo ACAM ed i suoi lavoratori e che realizzi il piano industriale. Come più volte richiesto dalla CGIL, devono essere bloccati gli esuberi previsti dal Piano di Riassetto e mantenuti gli attuali livelli occupazionali; le attività devono rimanere sul territorio e i comuni devono poter avere voce in capitolo sui servizi. La delibera attualmente in discussione risponde a queste richieste".
Conclude Bellegoni: "Riteniamo necessario confrontarci con la società aggregante per ottenere un accordo di parternariato sociale che valorizzi gli elementi di partecipazione pubblica dei cittadini alle scelte strategiche, una radicata territorialità dell'azienda futura e un controllo pubblico esercitato da organizzazioni sociali e associazioni dei cittadini".