Il nostro territorio, non è adatto ad ospitare grandi impianti ma piccole centrali a biomasse in grado di alimentare un numero definito di edifici pubblici o privati sfruttando l'abbondanza di legname offerto spontaneamente dai nostri boschi. Non solo le sponde di rive e fiumi, torrenti e canali, ma anche le spiagge della costa così come accaduto in queste settimane di maltempo, sarebbero dei veri e propri giacimenti energetici per nulla sfruttati e che invece potrebbero rivelarsi, una volta trasformati in "cippato", una ricchezza incredibile, pulita ed efficiente. La legna, questo il senso, non mancherebbe di certo.
"Potrebbe essere una soluzione per l'ambiente e la sicurezza del territorio – spiega Maurizio Viaggi della Cna spezzina - da quel legno possiamo ricavare energia rinnovabile. Il legno, i rovi, il fogliame parcheggiato sulle sponde e portato fino sulla spiaggia può essere tramutato in un'opportunità economica per il territorio, oltre che diventare una evidente occasione per incrementare il livello di manutenzione di boschi e canali".
Secondo Cna le competenze ed il know-out non mancano come quello del comune toscano di Tavarnelle Val di Pesa dove scuole e palestre sono riscaldate attraverso il legname prelevato del fiume Pesa in un moderno impianto ad alto rendimento energetico.
"La centrale termica a biomasse consente di produrre acqua calda e per il riscaldamento abbattendo i costi energetici e trasformando legname in energia. Una soluzione ottimale a regime che porta solo benefici. Cna è interessata a ragionarne con le amministrazioni comunali e le imprese per tradurre un elemento di criticità e di difficoltà in una opportunità".
Maurizio Viaggi – Cna La Spezia