Nel 2005 e 2006 sono stati siglati protocolli d'intesa tra le ditte operanti nei settori predetti localizzate all'interno del territorio del Parco di Montemarcello-Magra e gli Enti locali che prevedevano l'individuazione di aree esterne all'area protetta per la ricollocazione degli impianti o, in caso di impossibilità di individuare tale area, la presentazione di un piano di ambientalizzazione e compattazione che comprendesse la riqualificazione e razionalizzazione degli impianti allo scopo di mitigare l'impatto ambientale degli stessi sul territorio.
La validazione da parte del Parco di tali impianti avrebbe dovuto consentire il mantenimento delle attività produttive, opportunamente ambientalizzate, all'interno dell'area protetta per un periodo transitorio minimo di 3 anni e massimo di 10.
A oggi la maggior parte dei piani di ambientalizzazione presentati dalle ditte non hanno avuto seguito in termini di approvazione, in quanto molte scritture all'interno dei vari impianti risultavano carenti di condoni o sanatorie che ne legittimassero la permanenza.
"Oggi come oggi – ha detto il presidente Francesco Pisani – tutto è fermo perché i condoni continuano ad essere perenti presso i comuni ma come Parco non possiamo, a distanza di ben sette anni dalla firma degli accordi, concedere ulteriori proroghe e quindi non intendiamo rinnovare le concessioni. Dato che non si è potuto dare corso alle opere necessarie a consentire la permanenza degli impianti nel periodo transitorio, la presenza di tali attività nell'area protetta, così come indicato nel Piano di Parco, risulta incompatibile. Questo problema potrà essere risolto solo attraverso la collaborazione degli enti interessati che dovranno, insieme, individuare la soluzione del problema".