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Lo studio di Bibbia e Corano come impegno di civiltà In evidenza

Ventotto tra studenti universitari e studiosi della materia hanno approfondito in questi giorni, nella quiete del monastero carmelitano di Bocca di Magra, un tema quanto mai attuale e talora controverso: il rapporto tra le Sacre Scritture, in pratica Bibbia e Corano, che stanno alla base delle tre grandi religioni monoteiste, ebraismo, cristianesimo e islam.

L'occasione è stata rappresentata dalla "summer school" sul tema "Scritture sacre, testi, storia, interpretazioni", organizzata dal dipartimento di Scienze religiose dell'Università Cattolica del "Sacro Cuore" di Milano, con la collaborazione logistica del centro di cultura per lo sviluppo "Niccolò V" di Sarzana. Proprio al pontefice Niccolò V, Tommaso Parentucelli, vissuto nel Quattrocento a cavallo tra Medioevo ed Età moderna, ha fatto riferimento, nella sua prolusione di martedì scorso, tenuta a Sarzana, il direttore del corso, Gian Luca Potestà, docente di Storia del cristianesimo alla Cattolica. Nell'iniziativa "umanistica" del Papa sarzanese di dar vita alla Biblioteca Vaticana, raccogliendo testi del mondo classico ed ospitando a Roma eruditi e studiosi di varie nazionalità, Potestà ha infatti visto anzitutto un metodo di grande attualità: il metodo del dialogo e del confronto, che, mettendo nell'angolo ogni genere di fondamentalismo, dovrebbe caratterizzare soprattutto le fedi religiose e le culture che ne derivano. In tal senso, ha sostenuto Potestà, riprendere ed approfondire lo studio storico e critico dei testi sacri delle diverse religioni monoteiste rappresenta oggi un vero e proprio "impegno di civiltà".

Su tale falsariga si sono sviluppate le lezioni dei giorni successivi, tenute da autorevoli studiosi e ricercatori di varie università europee. Venerdì, ad esempio, l'orientalista Massimo Campanini, docente a Trento, ha insistito a lungo sulla complessità di una lettura del Corano, argomento che sempre, nella storia musulmana, ha portato con sé il tema della possibile intepretazione, che va oltre ogni idea di rigidità strutturale. Sulle "ambivalenze" dei fondamentalismi contemporanei si è poi soffermato Enzo Pace, dell'università di Padova, distinguendo nella sua lezione tra "parola viva" e "lettera morta".

Il corso, ben coordinato da padre Marco Rainini, domenicano, ha visto anche la presenza del neo responsabile "formazione post laurea" della Cattolica, Roberto Brambilla, il quale ha inteso sottolineare il ruolo dei centri di cultura per lo sviluppo, come quello di Sarzana, in un contesto di rilancio di una formazione davvero a tutto campo e capace di superare i limiti del dibattito culturale attuale. Il corso a Bocca di Magra si conclude nella tarda mattinata di domani.


(Foto: Monastero Santa Croce)

 

 

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