L'incontro, organizzato per approfondire le novità sulla nuova normativa in materia di appalti, svoltosi nell'arco dell'intera giornata, ha visto la partecipazione di circa 150 persone.
Durante la mattinata, grazie alla presenza del Presidente nazionale di Ance Claudio De Albertis, del Capo Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonella Manzione e del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Marco Lipari, sono state affrontate le novità del nuovo Codice sulla base delle valutazioni degli imprenditori ed in particolare le linee generali della riforma voluta dal Governo.
Nel pomeriggio, gli avvocati romani Maria Bruna Chito, Guido Mancini e Paolo Carbone hanno proseguito nell'approfondire la normativa.
Il presidente di Ance La Spezia, Pier Francesco Agnese, aprendo i lavori, ha richiamato l'attenzione sulle trasformazioni che dovranno affrontare nell'immediato futuro le imprese e le stazioni appaltanti.
A parere del Presidente Agnese dal 2017 le imprese appaltatrici di opere pubbliche saranno costrette ad una radicale trasformazione e quelle che non avranno le forze e le capacità per affrontare tale processo inevitabilmente saranno espulse dal mercato con tutte le conseguenze economiche, occupazionali e sociali che ne deriveranno.
Sempre a seguito della riforma, Agnese ha sottolineato che parimenti le stazioni appaltanti subiranno un processo di cambiamento che porterà ad una semplificazione e a una loro riduzione.
Semplificazione particolarmente complessa dato che i processi di aggregazione fra amministrazioni comunali o la creazione di alcuni servizi comuni devono ancora superare ostacoli e preconcetti radicati in secoli di storia.
La preoccupazione degli imprenditori è che nel breve termine gli effetti si estrinsechino nel blocco della realizzazione di opere aventi quale funzione il soddisfacimento di fabbisogni collettivi che sottendono alla realizzazione di qualsiasi opera pubblica, dalla metropolitana all'asilo nido di quartiere.
Agnese ha sostenuto che la qualità delle opere, uno degli obiettivi perseguiti dal Governo, non sarà raggiunto se le stazioni appaltanti considereranno il mero contenimento del costo dell'opera quale unico criterio per l'affidamento dei lavori.
Richiamando due direttive della comunità europea e una dall'Autorità Nazionale Anti Corruzione, il presidente dei costruttori spezzini ha chiesto di agevolare l'accesso alle gare ad imprenditori che sono in condizione di prossimità rispetto ai luoghi di esecuzione dei lavori.
Ciò nella consapevolezza che la realizzazione di un'opera pubblica rappresenta una risorsa per il sistema produttivo delle imprese del territorio che realizzandole, oltre ad impiegare manodopera locale, contribuiscono al ciclo produttivo del sistema territoriale e, tramite il meccanismo della fiscalità decentrata vigente, generano anche importanti ritorni fiscali.