La verifica effettuata ha consentito di individuare una delicata situazione che sembra riferibile a due fattori:
1) Il rallentamento della produzione e degli ordinativi di O.T.O. Melara S.p.A.;
2) L'adozione, da parte del Gruppo Finmeccanica, di nuove regole e nuovi criteri nell'assegnazione delle commesse alle imprese fornitrici di prodotti e servizi all'azienda; novità che penalizzerebbero gravemente il sistema dell'indotto spezzino a vantaggio di operatori "nazionali" di dimensioni notevolmente maggiori.
Quanto emerso sembra giustificare ampiamente le preoccupazioni di imprese e lavoratori circa il momento e le prospettive di un settore che ha rappresentato e rappresenta una parte importante dell'industria spezzina e che ha generato, nel tempo, reddito e qualificazione professionale di notevoli livelli.
Una stima riguardante il numero delle persone impiegate nelle produzioni collegate al Gruppo, consente di affermare che sono circa 800 gli addetti dell'indotto diretto interessati alle vicende in questione, senza voler considerare altri pezzi della filiera su cui esiste una ricaduta di richiesta servizi.
In definitiva, sarebbero le imprese spezzine ed i loro addetti a dover pagare il prezzo più alto in riferimento alla particolare congiuntura economica ed alla volontà, da parte di Finmeccanica, di procedere ad una sensibile riduzione dei costi di produzione scaricandone gli effetti all'esterno delle imprese del Gruppo.
A fronte di tutto questo, Rete Imprese Italia – La Spezia intende compiere tutti i passi necessari a sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica locale, compreso l'avvio di un confronto con il Gruppo Fin-meccanica sul merito dei problemi che si sono manifestati.
Nel frattempo, l'Associazione ha chiesto al Prefetto della Spezia di organizzare una riunione sul caso con urgenza.