Un ritorno al passato avrebbe conseguenze negative non solo per l'economia portuale ma per tutto il tessuto produttivo locale.
In questi ultimi anni la capacità di fare sistema tra le Istituzioni, gli enti locali, la comunità portuale e le forze sociali ha contributo alla crescita del nostro porto, collocandolo ai vertici degli scali internazionali.
Tale sinergia è sicuramente stata un fattore decisivo nella scelta operata da La Spezia Container Terminal e Tarros di investire cospicue risorse finanziarie nel potenziamento e nello sviluppo dei propri terminal.
La contrarietá espressa da Comune e Provincia in merito alla realizzazione di opere strategiche ai fini dell'attuazione del Piano Regolatore Portuale rischia di riaccendere quei populismi strumentali tipici di alcuni pseudo-comitati che in questi anni hanno osteggiato, senza alcuna ragione (come confermato dalla recente sentenza del Consiglio di Stato) lo sviluppo del Porto, impedendo così la creazione di nuova occupazione.
Per queste ragioni abbiamo la sensazione che il voto contrario di Comune e Provincia nasconda ragioni esclusivamente di carattere politico per cui, per i due Enti Locali, diventano prioritari gli equilibri politici all'interno del Partito Democratico e le prossime scadenze congressuali/elettorali, rispetto ai temi dell'aumento occupazionale che scaturirá dalla realizzazione delle opere del Piano Regolatore Portuale.
Se il Sindaco della Spezia nonchè Presidente della Provincia avesse ritenuto prioritario il tema dell'occupazione, avrebbe sicuramente evitato, come ha fatto durante il Comitato Portuale del 29 Dicembre, di accusare la Uiltrasporti di "fare un uso retorico dell'aspetto occupazionale".
Probabilmente il Primo Cittadino non si rende conto dell'emergenza occupazionale della nostra Provincia (siamo il Sud del Nord) e non è nemmeno a conoscenza delle aspettative dei giovani e disoccupati spezzini che quotidianamente si recano presso i nostri uffici a chiedere informazioni per un posto di lavoro "al Porto" a "fare qualunque cosa".