Rispetto ai suggerimenti metodologici, confermiamo quanto già detto nel corso del precedente incontro del 27 novembre e precisamente:
1) riteniamo che un confronto partecipato e trasparente sulla futura destinazione dell'area in cui insiste la centrale non possa prescindere dalla valutazione delle attuali e delle future condizioni di esercizio della centrale, anche in rapporto alla situazione ambientale e sanitaria dell'intera provincia ovvero dell'intero territorio interessato alle sue ricadute.
1.a) Non può essere sottaciuto che per ogni KWh di energia prodotta alla Spezia viene emesso 1Kg di CO2, mentre Enel dichiara al mondo – ottenendo i conseguenti riconoscimenti – di aver raggiunto in anticipo sul 2020 l'obiettivo di 395g/kWh.
1.b) I dati Enel confermano che le emissioni specifiche del 2014 di SOX, NOX e CO2 sono ben al di sopra di quelle del 2009 e di poco inferiori a quelle del 2011, anno in cui Enel ha dismesso l'uso del metano nella centrale, quindi a parità di utilizzo del solo carbone.
1.c) Le discariche di ceneri rinvenute a Borghetto Vara (quella del Ghiarolo pare essere solo una tra le altre), la ricaduta prevalente degli inquinanti al camino nei territori di Porto Venere, di Vezzano Ligure e della Val di Magra, gli oltre 6000 camion/anno movimentati dalla centrale Enel, le oltre 26.000 tonnellate di marmettola provenienti dalle Apuane per la desolforazione dei fumi, confermano la necessità di ampliare l'analisi dell'ambito territoriale su cui impatta/ha impattato la centrale e su cui eventualmente impatterà la futura destinazione dell'area.
1.d) Poco o nulla è dato di sapere circa le emissioni derivanti dalle altre attività industriali (porto commerciale, crociere, cantieri navali, arsenale militare), dal traffico privato e del TPL, dal riscaldamento; tantomeno è dato conoscere eventuali programmi e obiettivi di contenimento delle emissioni medesime.
1.e) Persiste la reticenza dell'amministrazione comunale e delle agenzie di controllo (ASL e ARPAL) rispetto alle reiterate richieste di chiarimenti e aggiornamenti sulla situazione sanitaria della provincia. Dopo l'annuncio del Maggio 2013 di nuove indagini sanitarie e di nuove assemblee pubbliche per la comunicazione ai cittadini sui loro esiti, e nonostante le costanti sollecitazioni, nulla è più stato comunicato al proposito.
Con riferimento al punto 1), pertanto,
riteniamo che sia irrinunciabile prevedere un gruppo di lavoro - partecipato da ASL, ARPAL, Ordine dei Medici, IPASVI, Comitato SpeziaViaDalCarbone (supportato da consulenti ambiente e salute di propria fiducia con rimborso spese a carico dell'amministrazione) e eventuale altra rappresentanza delle associazioni ambientaliste - che risolva e chiarisca i dubbi sulla situazione sanitaria e ambientale attuale e fino alla chiusura della centrale. Tale analisi, peraltro, è necessaria anche nell'ottica di valutare le alternative per l'utilizzo dell'area e per garantire la loro compatibilità con il contesto locale e provinciale.
E' evidentemente irricevibile la delimitazione dell'ambito di discussione sul futuro e non sul passato o sul presente della centrale stessa, comunicata dal Sindaco nel suo discorso di apertura dell'incontro del 27 novembre.
2) In subordine e in aggiunta al punto precedente riteniamo altresì che la richiesta "disponibilità nominativa a partecipare ai tavoli tematici" possa essere data solo a partire dalla conoscenza dell'elenco dei soggetti invitati a partecipare. Troviamo oltremodo offensiva e istituzionalmente sciatta la proposta dell'amministrazione – praticamente nulla più che un foglio bianco – per un progetto di simile importanza. Ci saremmo aspettati una bozza di proposta circa la metodologia, le idee e le proposte progettuali, eventuali punti fermi o desiderata dell'amministrazione che, al contrario, nell'incontro del 27 novembre scorso ha insistito esclusivamente su un nuovo impegno di Enel in future attività industriali sul territorio. Riceviamo invece una nota in cui sono vaghi sia gli scopi dei tavoli sia gli invitati, dove le uniche indicazioni (a loro volta vaghe) riguardano la durata del confronto (6/8 mesi a partire dal mese di Gennaio) e il prossimo incontro plenario (nei primi mesi del 2016) oltre che la promessa della condivisione di una "attività di marketing territoriale molto ampio e articolato".
3) Un qualsivoglia processo partecipativo richiede la necessaria trasparenza.
3.a) Se si considera il 2021 come data di cessazione delle attività della centrale, è evidente che qualsiasi altro progetto che insista su quell'area non potrà essere avviato e/o operativo prima dei prossimi dieci anni. Come confermato dalla stessa Enel, che pare lasciarsi tirare con rassegnazione per la giacchetta dall'amministrazione, un processo di progetto sull'area della centrale è fortemente prematuro in vista della dismissione nel 2021. Al contrario il momento sarebbe opportuno se, come diversi segnali lasciano supporre, la dismissione della centrale dovesse avvenire nel 2018. Su questo punto sarebbe necessaria un po' di trasparenza in più da parte dell'amministrazione di quanta dimostrata in passato (leggi decisione di Enel sulla chiusura della centrale non altre la durata dell'AIA).
3.b) Nel caso in cui la chiusura della centrale dovesse essere confermata per il 2021, a fronte del vuoto pneumatico della proposta dell'amministrazione di cui abbiamo già scritto, sarebbe lecito dubitare che si tratti esclusivamente di una manovra opportunistica e strumentale, che finirebbe vero l'autunno del 2017, in tempo per la partenza della prossima campagna elettorale per le elezioni amministrative alla Spezia. Dopo le elezioni e fino al 2021 potrebbe infatti succedere ancora tutto e il suo contrario.
Auspichiamo di aver risposto compiutamente alla richiesta di "valutazioni ... suggerimenti metodologici ... prime idee e proposte progettuali" che ci è stata avanzata e in attesa di eventuale cortese e auspicato riscontro,
salutiamo cordialmente