Il Progetto interessa adolescenti disabili affetti da disturbo dello spettro autistico, da disturbo neuromotorio, o con ritardo cognitivo e si pone l'obiettivo di proseguire l'intervento riabilitativo in epoca adolescenziale, attraverso un'esperienza di gruppo, in uno spazio simil-domestico, dove i ragazzi possono abituarsi alla gestione della casa acquisendo piccole competenze come cucinare, apparecchiare la tavola, riordinare gli spazi. Ma è soprattutto nell'abilitazione verso l'esterno che la valenza del progetto vede la sua principale ragion d'essere: dopo aver studiato il territorio tramite mappe e con l'ausilio dei mezzi informatici (PC; Tablet), si programmano uscite sull'esterno con l'intento di conoscere la città. Saper riconoscere le strade per raggiungere il centro, anziché il supermercato; conoscere l'uso del denaro e fare piccoli acquisti; ed infine saper prendere un bus per andare a scuola, oppure in piscina. Quindi di nuovo dentro alla struttura dove, tramite laboratori specifici, gli operatori sono chiamati a riconoscere e potenziare quelle competenze dei ragazzi che possono, un domani, diventare un'attività lavorativa, magari protetta. Si tratta dunque di un percorso riabilitativo che ha lo scopo di superare l'assistenzialismo per ri-consegnare ai bambini ed ai ragazzi la loro dignità di persone e di cittadini.
In questa prima fase il Centro è aperto un paio di pomeriggi a settimana (martedì e mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 18.30); nel prosieguo è ipotizzato un ampliamento dell'apertura.
Il progetto è realizzato dalla Struttura Semplice Dipartimentale di Neuropsichiatria Infantile del Dipartimento Cure Primarie e Attività Distrettuali che, infatti, ha, fra gli altri, il compito di gestire la disabilità da zero fino ai 18 anni di età. Si tratta, di fatto, di epoche molto diverse della vita di un minore, ciascuna con bisogni suoi peculiari, sia sotto il profilo sanitario che di integrazione sociale. A tal fine è stato pensato un percorso assistenziale che prevede interventi differenziati a seconda dell'età dei bambini, e l'aspetto innovativo in cui si inserisce il progetto sull'adolescenza, consiste proprio nell'avere concepito un percorso riabilitativo per fasce di età. Si parte dalla diagnosi precoce nella primissima infanzia, in collaborazione con la Pediatria Ospedaliera e con i Pediatri di Libera Scelta, per proseguire con interventi ambulatoriali specializzati nella seconda infanzia, che si compendiano poi con il supporto agli apprendimenti scolastici nella terza infanzia.
Che si intervenga sul linguaggio, sugli aspetti neuromotori, oppure sulla relazione, è opinione degli specialisti di ASL5 che non si tratti mai di riabilitare la funzione deficitaria di questo bambino o di quella bambina, quanto e soprattutto di riabilitare un bambino alla sua funzione sociale. E questo è ancor più vero in adolescenza, quando si impone il distacco dalle figure genitoriali e l'uscita da casa per andare verso il gruppo dei pari. In quest'epoca della vita, il tempo per il trattamento ambulatoriale è sostanzialmente terminato, mentre è il periodo in cui si devono implementare le autonomie domestiche, personali, relazionali e sociali.