È noto che l'impegno umanitario e fraterno dell'accoglienza nei confronti dei profughi che, negli ultimi mesi, hanno raggiunto il nostro Paese ha interessato il nostro territorio con il coinvolgimento di numerose realtà, istituzionali e del privato sociale, che stanno collaborando, sotto la regia della Prefettura, per offrire ospitalità a tante persone disperate, che scappano dalla fame, dalla guerra, da persecuzioni e privazioni di ogni tipo.
I ragazzi accolti presso il nostro territorio sono costantemente monitorati sotto i più diversi profili. L'aspetto di tutela sanitaria è assicurato da una costante collaborazione e monitoraggio della ASL spezzina i cui operatori, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, sin dalle prime ore sono costantemente attivati, con grande competenza e disponibilità, a tutela della salute degli ospiti, degli operatori e di tutta la cittadinanza. Sono presenti medici volontari che quotidianamente visitano le strutture per accertarsi delle condizioni di salute dei giovani profughi. L'aspetto di integrazione è garantito dalla costante presenza di mediatori culturali e dall'organizzazione di corsi di italiano coordinati dall'ISA n. 7 della Spezia. Infine la parte relativa alle pratiche burocratiche per l'iter delle richieste d'asilo è coordinata dalla Questura della Spezia i cui operatori stanno svolgendo un grandissimo lavoro di cui siamo grati.
È con spirito di carità cristiana che la Caritas sta operando presso le sue strutture per offrire un'accoglienza dignitosa e rispettosa delle norme previste per i percorsi di integrazione dei rifugiati che le sono stati affidati. Il mondo del volontariato, ecclesiale e non, quello di molte parrocchie e numerose persone hanno dimostrato sensibilità e apertura. È sicuramente preziosa la collaborazione da parte della dimensione pubblica, soprattutto dai comuni e dagli enti territoriali. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà e delle fatiche, anche per le amministrazioni, ma le ondate migratorie sempre più si stanno trasformando in un fatto strutturale e non episodico. Insieme dobbiamo chiederci cosa e come fare.
La Caritas è da sempre attenta a tutti coloro i quali soffrono e vivono in condizioni di povertà, a prescindere dalle appartenenze, dalle provenienze, dalle convinzioni religiose. Questo perché nel volto di ogni essere umano è impresso il volto di Cristo. Questi migranti ci danno la percezione concreta che la globalizzazione non è soltanto un'opportunità economica, ma le inequità dei mercati – come le definisce papa Francesco – spesso costringono le persone a muoversi in massa a causa di guerre, speculazioni e ingiustizie spesso alimentate proprio da quel mondo benestante che poi fatica ad accogliere profughi e migranti. Non esistono, ad oggi, soluzioni semplici e immediate per un fenomeno del quale iniziamo solo ora a vedere i contorni e a saggiarne le dimensioni, sono però richieste a tutti prudenza e consapevolezza, sia rispetto alle risorse disponibile che alla visione globale del problema. Il mare, però, è fatto di tante piccole gocce e si cambia con il cominciare a fare, ciascuno e fino in fondo, la propria parte.