L'EGU è un momento di confronto, condivisione delle ricerche e discussione di rilievo internazione in ambito geologico e geofisico, a cui partecipano i rappresentanti dei principali centri di ricerca mondiali. Quest'anno hanno preso parte alle sessioni scientifiche del convegno, ai tavoli di lavoro multinazionali ed agli eventi legati al tema del congresso "Face of the Earth", 12.500 ricercatori provenienti da 106 diverse Nazioni. In tale contesto internazionale la Marina Militare ed ENEA hanno illustrato quanto fino ad ora realizzato nell'ambito della collaborazione che le unisce per la ricerca dei coralli profondi nel sistema del Canyon di Levante, situato nel Parco Naturale e Area Marina protetta delle Cinque Terre. Sono stati ben 9600 i poster esposti quest'anno al convegno tra i quali anche quello realizzato dalla Marina Militare ed ENEA di ausilio al Tenente di Vascello Marta Pratellesi di Nave Magnaghi e alla Professoressa Roberta Ivaldi dell'Istituto Idrografico, professore associato di geologia marina, per illustrare alla platea internazionale, non solo quanto fino ad ora realizzato per la ricerca dei coralli profondi nel sistema del Canyon di Levante, ma anche per illustrare le capacità della Forza Armata nel campo della ricerca per l'ambiente marino e a supporto delle istituzioni. Il TV Pratellesi espone al pubblico.La Marina Militare ed ENEA sono unite da un accordo di collaborazione e di attuazione della capacità Dual Use della Forza Armata: il risultato di tale sharing di risorse è il rilievo realizzato nel tratto di mare prospiciente alle Cinque Terre, il cui valore è stato riconosciuto non solo dai responsabili della sessione di geomorfologia di E.G.U., ma anche dai numerosi studiosi, provenienti da altre nazioni , che hanno avuto modo di percepire il risultato di un proficuo progetto di studio ambientale innovativo ed efficace in quanto realizzato con una condivisione di conoscenze, strumenti ed esperienze di Enti diversi. Da sottolineare che sia il rilievo, sia l'elaborazione dei dati acquisiti sono stati condotti interamente con i mezzi e le tecnologie della Marina Militare: ecoscandagli a fascio multiplo, sonar a scansione laterale e ROV, normalmente imbarcato su unità cacciamine. Gli stessi dati batimetrici acquisiti a bordo dell'unità idro-oceanografica Ammiraglio Magnaghi durante l'attività in mare, dal 17 al 25 ottobre 2013, saranno impiegati dall'Istituto Idrografico della Marina Militare per l'aggiornamento della documentazione nautica: in questo modo il dato batimetrico assume una ulteriore connotazione duale, di valore istituzionale per la Marina e di particolare interesse e utilità per l'intera collettività nazionale. L'attività di ricerca dei coralli profondi continuerà a bordo delle Unità della Squadra Navale nel corso dei prossimi mesi con il medesimo approccio, dando così ulteriore valore, all'integrazione scientifica, del significato di sinergica, collaborazione e compartecipazione di risorse e conoscenze.