I richiami vivi sono molto richiesti dai cacciatori, che li utilizzano durante la stagione venatoria per attirare con l'inganno e catturare altri uccelli: migliaia di allodole, tordi, cesene, merli, colombacci e pavoncelle sono strappati ogni anno alla vita selvatica e costretti a vivere per sempre in piccole gabbie, al buio, spesso in pessime condizioni igieniche e costretti persino a subire lo strappo delle penne, per indurre una muta artificiale.
"I richiami vivi sono una piccola grande vergogna nazionale – dichiara il presidente Lipu Fulvio Mamone Capria – il peggior modo per accogliere la meraviglia della migrazione, in un Paese come l'Italia che è invece preziosissimo per la migrazione degli uccelli. Abolirli è un'impresa difficile ma niente affatto impossibile, se i cittadini ci sosterranno e la politica farà la sua giusta parte".
Ad oggi la petizione Lipu ha superato le 20mila firme, anche online al sito www.lipu.it; ma l'obiettivo, entro due mesi, è quello di raggiungere quota 50mila (o più). Una volta chiusa la raccolta firme, il passo successivo sarà l'appello ai parlamentari ad appoggiare la proposta di legge che introdurrà, nella legge 157/92, il divieto di cattura (e allevamento) degli uccelli a fini di richiamo.
"Chiediamo a tutti di accorrere ai nostri banchetti – aggiunge il presidente Lipu - e sostenere e diffondere quest'iniziativa di civiltà, e ringraziamo i nostri volontari che sabato e domenica saranno nelle piazze italiane a dire "No ai richiami vivi", salutando con speranza la migrazione autunnale".
Coloro che non potranno recarsi ai banchetti possono sottoscrivere la petizione al sito Lipu. Per maggiori informazioni 3286922829 - 3490956080