Lo dice l'assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo, commentando il Programma nazionale di valutazione degli esiti (PNE) dei ricoveri ospedalieri curato nel 2012 dagli esperti dell'Agenas. Si tratta dell'analisi statistica delle SDO, le schede di dimissione ospedaliera che riportano i dati salienti dei ricoveri, le tecniche chirurgiche adottate, i tempi di attesa per l'intervento, i tempi di degenza, la percentuale dei decessi a seguito di determinati interventi. Ammontano a 22 le strutture sanitarie liguri valutate dal Pne, di queste 2 sono private accreditate l'Istituto cardiovascolare di Camogli e Villa Azzurra di Rapallo. "La nostra regione è molto migliorata nella cardiochirurgia – spiega l'assessore alla salute, Claudio Montaldo – in quanto si è registrata una riduzione della mortalità post-chirurgica rispetto al 2011, dove l'ospedale San Martino, unico centro ligure pubblico che effettua la prestazione, nella mortalità a 30 giorni di bypass aortocoronarico passa dal valore di 5,5 del 2011 al 2,5 del 2012 e nella mortalità a 30 giorni per gli interventi di valuvuloplastica passa dal valore di 7,1 del 2011 al 2,15 del 2012". Buoni risultati anche nella diffusione dell'angioplastica entro le 48 ore, il tasso della Liguria è infatti di 43,82%. Nel caso della mortalità a 30 giorni dal ricovero per scompenso cardiaco la Liguria ha un rischio dell'11,59%, un valore medio-alto, simile all'Emilia Romagna, ma piu' alto di due punti rispetto a regioni di riferimento come la Toscana e la Lombardia. A questo proposito diversi ospedali liguri si trovano in "zona rossa" per la mortalità post ricovero e per le riammissioni a 30 giorni. "Dobbiamo indagare – ha aggiunto l'assessore Montaldo – per capire da cosa dipendono i valori troppo alti di rischio, anche la qualità di compilazione delle schede di dimissione potrebbe avere un peso, oltre, naturalmente, al quadro patologico del paziente scompensato che, se non documentato attentamente, provoca un peggioramento dell'indicatore". Un netto miglioramento si registra rispetto al 2011 nell'indicatore frattura del femore, dove 4 ospedali liguri dalla zona rossa sono rientrati nella zona media. Qui sono ottimi i tempi di attesa, anche se permane una difficoltà generale a intervenire entro 2 giorni sugli ultra65enni. Per quanto riguarda gli indicatori sugli interventi di tumore gli ospedali liguri si posizionano nella media , con una criticità solo nel colon, risolta all'ospedale della Spezia che nel 2012 è rientrata nella media, ma che resta negli ospedali di Savona e di Sanremo che registrano valori rossi. Alti valori di rischio anche per l'intervento chirurgico per tumore della prostata con riammissione a 30 giorni in tre strutture liguri su 4. "Si tratta di dati – spiega Montaldo – che richiedono un immediato approfondimento per comprendere se si deve intervenire a livello clinico o se il problema risiede in una diversa gestione delle schede di dimissione". Criticità si riscontrano anche nell'area cerebrovascolare, per quanto riguarda la mortalità da ictus, negli ospedali di Pietra Ligure e La Spezia. Mentre rimane alta la tendenza in Liguria a fare ricorso al parto cesareo, risulta invece buona la performance relativa alla riammissione e alle complicanze. Buone anche le performance dell'ospedalizzazione per quanto riguarda ipertensione e diabete, ma rimangono criticità per la gestione della bronco pneumopatia cronica, lo scompenso cardiaco e l'angina. "A questo punto – conclude Montaldo – stiamo preparando un incontro con gli operatori per esaminare i risultati conseguiti sulla base del programma nazionale esiti che confronteremo con il lavoro svolto dall'agenzia regionale della sanità congiuntamente con la Scuola di S. Anna. In questo incontro presenteremo un piano di azioni e di obiettivi assegnati alle singole ASL e discipline per migliorare le attività". "L'esame degli esiti – conclude Montaldo – sarà un elemento di integrazione fondamentale per l'attuazione dei costi standard. Perché è importante esaminare i risultati delle singole regioni non solo sulla base di una valutazione economica, ma anche qualitativa".
(3 ottobre)