“Purtroppo esito negativo e forte preoccupazione per i lavoratori, chiediamo che le istituzioni a partire da Comune, Regione ed ALISA si facciano garanti dei posti di lavoro”: questo il commento dei sindacalisti Roberto Palomba della FP Cgil, Mirko Talamone della Fisascat Cisl e Massimo Bagaglia UILP che, unitamente alle rappresentanze sindacali presenti questa mattina nella sede della cooperativa sociale reggiana Coopselios, hanno trattato l’esubero presso la RSA San Nicolò di Levano.
"In seguito alla improvvisa decisione di febbraio da parte di ASL5 di deliberare lavori di ristrutturazione necessari per interventi di adeguamento sismico, l’attuale piano che eroga servizio di RSA presso il nosocomio dovrà essere sgombrato dal 15 aprile e nel contempo gli ospiti ricollocati presso strutture della provincia, operazione tra l’altro non semplice - sottolineano i sindacalisti – vista la oramai atavica carenza di posti letti di RP e RSA nella ASL5. La problematica più urgente riguarda però il personale, in totale 15 unità (11 oss e 1 fisioterapista dipendenti di Coopselios più 3 addetti alle pulizie della Coop Maris), che a fronte della proposta della cooperativa di trasferimento in luoghi di lavoro come Venezia, Como o Reggio Emilia trasformerà di fatto gli operatori in nuovi disoccupati, vanificando di fatto alla riapertura della RSA prevista nel giro di 12 mesi circa ogni continuità lavorativa ed anche la possibilità di reinserimento determinato da una eventuale clausola sociale inserita nel bando di gara a questo punto inutile".
“Abbiamo chiesto da subito ad ASL5 di garantire la continuità dell’appalto – continuano i sindacati - proseguendo la proroga aperta fino alla chiusura del lavori di ristrutturazione, cosa che consentirà di traghettare i lavoratori nel nuovo appalto, poiché nelle modalità di intervento ASL5 con una decisione cosi stretta nella tempistica ci ha lasciato molto perplessi visto che giusto a luglio scorso da parte dell’ASL5 stessa vi era la volontà di mettere a gara la RSA, essendo stata deliberata una manifestazione di interesse per la struttura”.
"Inoltre la nostra proposta di intervenire con lo strumento dell’ammortizzatore sociale non è stata colta da parte della Coopselios con la motivazione che per l ‘Azienda di fatto il contratto con ASL5 dal 30 aprile non esiste più e che non potrebbero giustificare un eventuale ricorso alla CIGS o FIS. Siamo allarmati perché una piccola comunità come quella levantese sarà doppiamente penalizzata dalla perdita di un importante presidio socio/sanitario, e da 15 persone, che dal 1° maggio, Festa del lavoro, dovranno preoccuparsi della ricerca di un altro posto di lavoro, cosa non facile per operatrici, tutte donne, spesso monoreddito, di media età anagrafica e che oltre modo disperderanno per la comunità in cui operano un utile bagaglio professionale ed umano”, concludono i sindacati.