L'Italia delle imprenditrici festeggia l'8 marzo con un tasso di crescita del lavoro indipendente femminile superiore alla media europea: nel 2023 si è attestato al +2% a fronte dell'1,3% dell'Ue e della crescita zero del lavoro autonomo maschile.
E' Confartigianato a rilevare la capacità delle donne di trainare il recupero dell'occupazione indipendente con percentuali da record in Emilia Romagna dove il numero di imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome nell'ultimo anno è aumentato del 9%. Cresce anche il numero di donne impegnate in attività tipicamente maschili: in particolare, sono 21mila le aziende a guida femminile nel settore delle costruzioni, oltre 12mila quelle nel comparto dell'autoriparazione e quasi 11mila nel settore del traporto di merci e persone.
"Le nostre rilevazioni – sottolinea la Presidente di Donne Impresa Confartigianato La Spezia Antonella Mariotti – dimostrano che l'imprenditoria femminile contribuisce all'occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese. Le imprenditrici concorrono anche a ridurre il gender gap, offrendo così alle giovani un esempio importante della concreta possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di superare gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro. Siamo consapevoli dei nostri punti di forza ma c'è ancora molto da fare per abbattere le difficoltà che ostacolano le donne e che confinano l'Italia all'ultimo posto in Europa per il tasso di occupazione femminile".
Donne Impresa Confartigianato non chiede trattamenti di favore o corsie privilegiate, ma soltanto il rispetto di diritti che troppo spesso rimangono sulla carta. "C'è ancora molto da fare – sostiene Mariotti – sia a Bruxelles che a Roma per riconoscere i meriti e le legittime aspettative delle donne. A cominciare da un welfare a misura delle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie, lavoratrici".
Tanti anche i problemi comuni con i colleghi uomini: fisco, burocrazia, credito, infrastrutture. Problemi sui quali Confartigianato da anni sollecita la politica ad ascoltare le ragioni delle imprenditrici e a dare risposte concrete e immediate, affinché il sostegno all'imprenditoria femminile sia, a tutti gli effetti, un pilastro della politica economica di questo Paese.