Continua il trend negativo del mercato del lavoro in Liguria. Dopo la performance negativa legata all’occupazione e resa nota dall’Istat i primi di dicembre, oggi sono stati pubblicati i dati Inps relativi ai contratti di lavoro. Dalle elaborazioni di Marco De Silva responsabile Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria emerge come nella nostra regione, nei primi nove mesi del 2023, le nuove attivazioni di contratti di lavoro dipendente nel settore privato sono state 168.530 in calo del -0,7% (-1.220 contratti) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Tutti i trimestri sono finora risultati negativi: il 3° trimestre ha riscontrato un -4,2%, il 2° trimestre aveva segnato -5,2% ed anche il 1° trimestre di quest’anno si era chiuso col segno meno (-0,8%).
A questi dati si affiancano quelli dell’occupazione dipendente in Liguria, sempre relativi al terzo trimestre 2023 pubblicati dall’Istat il 13 dicembre dai quali emerge il crollo dell’occupazione dipendente di -10.240 unità (-2,1% sull’anno precedente in controtendenza rispetto alla media del Nord-Ovest (+1,5%) e a quella nazionale (+2,2%).
I dati Inps uniti a quelli Istat indicano il malessere profondo legato all’occupazione in Liguria, che non solo si contrae ma che sta ripiegando verso un lavoro sempre più precario. I dati Inps sui contratti e quelli Istat sull’occupazione indicano una cosa sola: che l’economia ligure si sta trasformando con un mercato del lavoro che si restringe e si precarizza, dove i contratti di lavoro precario sono l’88,1 per cento del totale e quelli a tempo indeterminato sono residuali.
In pratica un vero e proprio stravolgimento della composizione del lavoro in Liguria, elemento che dovrebbe indurre politica e istituzioni a ricercarne le ragioni, piuttosto che continuare a raccontare una realtà che non trova riscontro nei numeri.
Maurizio Calà
Segretario Generale Cgil Liguria