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Clarisse di Sarzana in festa

Oggi 11 agosto nel monastero di Sarzana, alle pendici del monte D'Armolo, le Clarisse, "sorelle povere di santa Chiara", celebrano la festa annuale della loro fondatrice, all'insegna della spiritualità francescana.

Alle 9 di stamani è tra loro il vescovo diocesano monsignor Luigi Ernesto Palletti, che celebra la Messa – alla quale tutti possono intervenire – nella chiesa del monastero. Il monastero sarzanese, oltre a rappresentare un polo importante di spiritualità vocazionale e di dialogo per tutta la Val di Magra, si è caratterizzato anche per una spiccata sensibilità missionaria. Insieme alle loro consorelle di Leivi, presso Chiavari, le Clarisse di Sarzana sono impegnate da mesi nella preghiera e nella sensibilizzazione in favore del monastero di Bouar, nella Repubblica del Centrafrica, più volte in pericolo a causa della situazione di tensione in cui si trova da tempo quel paese africano. Ma il richiamo missionario emerge anche da un testo pubblicato proprio in questi giorni nel numero di agosto di "Missio", il giornale telematico del centro missionario diocesano della Spezia. Il giornale dà conto di un incontro svoltosi il mese scorso proprio a Sarzana, presso le Clarisse, con la presenza di padre Mauro Armanino, missionario genovese della Società missioni africane. Rientrato per qualche tempo dal Niger, dove si trova da tre anni, padre Mauro ha tenuto al monastero, celebrando la Messa, una riflessione sul libro di Giona, con la quale ha ripreso una sollecitazione di Papa Francesco, che nell'Angelus del 30 giugno aveva esortato tutti a non essere "cristiani telecomandati". «Nella sua riflessione – scrive il cronista di "Missio" – padre Mauro ci ha fatto sperimentare quella sana inquietudine che fa capire come la conversione sia importante ed anche possibile: basta chiedersi il perché delle scelte che si fanno, delle sensazioni che si provano nel rispondere alla vita, delle situazioni e circostanze che si vivono, delle nostre paure, dell'importanza di non lasciarsi conglobare all'insegna del 'così fanno tutti'». I conventi di clausura, come si vede, sono certamente luoghi di silenzio e di riflessione quant'altri mai, ma non sono separati dal mondo. Occasioni come l'incontro ora descritto testimoniano invece la preziosa attenzione che le "sorelle povere" prestano a chi nel mondo opera, e chiede l'aiuto di una parola di fede. Auguri sinceri, dunque, alla comunità del monastero sarzanese in questo giorno di festa.

 

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