L’A.p.s. Enrico Calzolari Pro Monte Caprione, tira le somme dell’ultimo anno di attività svolta sul territorio e fortemente sostenuta dall’amministrazione comunale che vuole promuovere lo sviluppo di quella porzione di territorio tutelandone le particolarità.
Un bilancio di assoluta importanza quello fatto sulle iniziative intraprese dall’associazione che si occupa proprio della cura del territorio e della tutela delle attività che fanno parte della tradizione locale. Due sono gli ambiti che hanno visto gli operatori dell’associazione impegnati in prima linea: da una parte le attività legate alla scuola di edilizia a secco; dall’altra quelle legate alla pulizia ed investigazione del territorio del Caprione.
Dal 24 al 29 ottobre di quest’anno si è tenuta a Lerici una settimana di studio e sensibilizzazione sull’arte dell’edilizia in pietra a secco organizzata da Itla Italia, in collaborazione con la Pro Monte Caprione, che ha curato un convegno internazionale, una mostra al castello e un seminario pratico che si è svolto a Zanego sulla costruzione di terrazzamenti in pietra a secco e sul restauro di cavanei. “E’ stata un’iniziativa tra le più significative del mio mandato da Sindaco.
L’edilizia in pietra a secco definisce il nostro paesaggio, è tutelata dall’Unesco e costituisce un patrimonio che è fondamentale tramandare formando nuovi artigiani del settore. Pensare che tutto questo possa partire da iniziative svolte sul nostro territorio è motivo di orgoglio e soddisfazione” spiega il Sindaco di Lerici Leonardo Paoletti che ha rinnovato l’invito a Itla Italia per il prossimo anno, perché Lerici possa essere ambasciatore di conoscenza e cultura di quest’arte.
Sul monte Caprione sono state fatte principalmente attività di pulizia e ricognizione che hanno permesso la scoperta di importanti manufatti che riscrivono la storia antica del territorio tra Lerici e Ameglia. Tra le scoperte più importanti, il ritrovamento del borgo abbandonato di Barbarasco o Castellazzo. Un complesso di 14 case, abbandonate dalla popolazione nel 1280, un sistema di irrigazione complesso e sofisticato, un sito che necessita a questo punto dell’intervento di esperti archeologi perché possano rispondere ai molti quesiti che il ritrovamento ha aperto.
“Noi, sotto la spinta dell’amministrazione comuanle, ci siamo limitati alla ricerca, al ritrovamento ed alla pulizia dell’area, che adesso consegniamo alla soprintendenza perché venga indagato dagli esperti” spiega Attilio Bencaster, presidente della Calzolari Pro Monte Caprione. Nel corso della ricognizione sulla porzione di territorio occupata dal Caprione, sono stati censiti 350 cavanei, di cui alcuni presentano delle particolarità come ad esempio la doppia stanza, ed è stato fatto un progetto di recupero della Chiesa di San Lorenzo, oggi interdetta perché pericolante: “Tutti questi tesori devono tornare a vivere, devono essere fruibili dalla cittadinanza e dai visitatori.
Sia i cavanei che la chiesa sono beni che possono tutt’oggi avere un’utilità, che possono servire per ospitare attrezzi di chi tornerà a curare i nostri uliveti (nell’ambito del progetto di recupero degli uliveti abbandonati in collaborazione con la cooperativa di comunità Evergreen) nel caso dei cavanei, o per ospitare piccoli eventi e seminari se penso a San Lorenzo”. Non è solo un patrimonio documentale storico quello che è sepolto nel Caprione, ma anche geologico e naturalistico.
Dalle terre coloranti per colorare i manufatti di coccio, al calcare di natura organica che riempie grandi porzioni del territorio formando pozze e vasche, alla presenza di pietre e marmi pregiati come il portoro o il diaspro rosso, raro e prezioso che veniva usato nel corso del neolitico per produrre piccoli utensili come scalpelli, coltelli etc.
“Si, anche le risorse naturali del Caprione non sono certo da trascurare, anzi da investigare ad ogni costo. Abbiamo trovato, nel corso del lavoro di pulizia molti frammenti di utensili di epoca neolitica in diaspro che daterebbero in periodi ben più remoti la presenza di insediamenti umani stabili sul nostro territorio” conclude Bencaster. “Nei prossimi anni l’attività dell’associazione, avrà l’arduo compito di disegnare itinerari turistici, mappare i sentieri e creare percorsi perché si possa visitare la nostra bellezza senza mai trascurare la tutela di un territorio tanto eterogeneo quanto fragile” conclude il Sindaco Leonardo Paoletti.