“Come Fim Cisl non abbiamo mai approvato la scelta di Leonardo di “dismettere” il business della difesa (anzi riteniamo, visto l’andamento, che SDI debba tornare da essere divisione), tantomeno l’ipotesi di vendita addirittura pensando cedere questo asset a competitor stranieri essendo consapevoli che questo tipo di produzione è altamente strategica per la difesa della nostra nazione”, spiegano in una nota FIM Cisl Liguria e la FIM Cisl della Spezia in relazione alla cessione dell’ex Oto Melara.
“Siamo tuttavia consapevoli che occorre pensare ad una collaborazione internazionale con i paesi limitrofi per poter creare un esercito unico europeo, per fare questo non è pensabile dividere le 4 linee di business di Sistemi di Difesa, come non è pensabile entrare in una posizione che non sia paritetica rispetto agli altri player: la governance deve rimanere italiana.
Per fare questo non escludiamo il coinvolgimento di altre importanti realtà italiane che porterebbe il nostro paese al riconoscimento, grazie ai prodotti ex Oto Melara e ex Wass, del “titolo” di leader mondiale sul settore navale propedeutico anche al posizionamento paritetico con altri player nella difesa unica europea”, prosegue la FIM Cisl che aggiunge “Riteniamo che la scelta debba essere fatta dal governo e non può essere solo una scelta industriale, il governo deve coinvolgere il sindacato costruendo insieme il futuro di questo strategico settore.
E servono tempi giusti. Siamo a meno di un trimestre dall’inizio del “semestre bianco” dell’A.D. Profumo e a meno di un anno dal cambio del governo quindi ci chiediamo: non sarà il caso di continuare a lasciare “congelata la vendita” in attesa degli sviluppi che ci saranno a breve”, conclude la nota.