“Oggi abbiamo approvato in Giunta e caricato sul sistema del ministero della Salute il nostro piano di rafforzamento della medicina territoriale che comprende circa 80 milioni di euro di finanziamenti legati alla realizzazione delle Case di Comunità, degli Ospedali di Comunità e delle Centrale Operative Territoriali, oltre ad un investimento di oltre 25 milioni di euro per il rinnovamento del parco tecnologico. È il primo pezzo degli investimenti che la sanità porterà a termine nei prossimi anni, a cui si aggiungono le risorse per l’edilizia sanitaria ospedaliera finanziata ex articolo 20 dal governo e gli accordi con Inail per gli interventi di ammodernamento della rete territoriale e ospedaliera. È un primo passo importante, che, insieme alle nuove regole in primis sui medici di medicina generale, dovrebbe configurare una nuova sanità da qui al 2026. In nessun caso avremo un depauperamento del sistema esistente ma, anzi, ci sarà un suo significativo potenziamento: la sanità ligure sarà più radicata e più forte, con investimenti costruiti sulla base dei bisogni reali della popolazione”.
Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti che oggi ha illustrato il piano ligure per la sanità territoriale in relazione agli investimenti del Pnrr, articolato su quattro pilastri: le strutture dell’offerta territoriale (33 Case di Comunità, 11 Ospedali di Comunità e 16 Centrali Operative Territoriali) con un finanziamento di 79,1 milioni di euro, il potenziamento della diagnostica con nuove tecnologie per 28,5 milioni di euro complessivi, interventi di digitalizzazione per 34,8 milioni di euro e interventi antisismici per 15.760.035,80 euro.
“La rete territoriale che andremo a costruire in Liguria - aggiunge Toti - dovrà assicurare un alleggerimento dei Pronto soccorso, con un rafforzamento della continuità assistenziale e della medicina del territorio per soddisfare in modo più efficace i bisogni di salute dei cittadini, avvicinando a loro tutte le risposte sanitarie ad esclusione dell’alta e altissima complessità di cura, molto specializzata, che sarà invece concentrata negli ospedali. Questo sarà garantito dalla rete di strutture che saranno realizzate e anche dai medici di medicina generale che, grazie alla riforma del contratto nazionale, saranno fondamentali per l’attività nelle Case e negli Ospedali di Comunità: l’innovazione prevista, con le 18 ore settimanali al servizio diretto e funzionale dei distretti, comporterà un allentamento e poi la scomparsa di alcune disfunzioni che abbiamo vissuto anche durante l’emergenza Covid, con i servizi ospedalieri che hanno dovuto surrogare quello che non veniva garantito dalla medicina territoriale. Nelle prossime settimane il ministero valuterà l’ossatura della nostra proposta di piano per la realizzazione del Pnrr per procedere con eventuali aggiustamenti e modifiche, così da garantire il rispetto delle tempistiche imposte dall’Unione Europea: entro l’anno prossimo dovranno essere avviate le gare e poi andremo ad aprire i cantieri che dovranno essere chiusi entro il 2026. Abbiamo quindi tempi stretti – conclude - per l’utilizzo di investimenti importanti”.
“È il primo pezzo del più complesso piano sociosanitario per i prossimi anni – aggiunge Giuseppe Profiti, coordinatore della Struttura di missione per la sanità ligure - che vede la luce cominciando dal territorio: oggi presentiamo la rete territoriale delle nuove strutture pubbliche, che saranno riferimento anche per la nascita di quelle private. Su questa rete girerà il nuovo modello di offerta, con un nuovo ruolo dei medici di medicina generale e degli altri specialisti sul territorio. Questo modello territoriale si sposerà più avanti, grazie ai finanziamenti strutturali, con la rete ospedaliera. L’integrazione tra questi due aspetti - conclude - realizza il nuovo modello di sanità ligure che entro la fine dell’anno inizierà a trovare attuazione per poi completarsi entro il 2026”.
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