Nella giornata di ieri abbiamo appreso essere diventato realtà ciò che temevamo e cioè il parere positivo del ministro dell’ambiente in concerto con il ministro dei Beni Culturali, in merito alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, al progetto di prelievi minerari nel levante ligure, progetto che coinvolge nella nostra provincia i siti di Maissana e di Varese Ligure.
La prima valutazione da fare è che non sono state prese minimamente in considerazione le osservazioni che sono state portate sia dalla Regione Liguria che dagli enti locali, dagli enti parco da altri enti e dalle associazioni ambientaliste che con argomentazioni precise opponevano il loro rifiuto anche alla sola realizzazione di campionamenti minerari.
È indubbio che questa prima fase è propedeutica a una vera e propria attività di sfruttamento minerario delle zone interessate, che presentano criticità di carattere archeologico, paesaggistico, naturalistico-ambientale.
Non possono bastare le deboli prescrizioni messe come condizione di poter effettuare questi campionamenti, come tra le altre, la presenza ad esempio di una figura di archeologo in tutte le fasi di prelievo sia nei siti a rischio archeologico che anche in quelli non a rischio: pur essendo apprezzabile di per sé, non sposta il motivo della forte opposizione che abbiamo manifestato a questa proposta.
L’area interessata in molti casi è coincidente con aree protette e zone speciali di conservazione (ex Sic). Sappiamo benissimo che in tale areale anche la sola attività di monitoraggio è espressamente vietata dalle norme in materia di siti naturalistici dalla stessa Regione Liguria.
Adesso occorrerà che, aldilà delle dichiarazioni di contrarietà espresse anche dall’assessore all’urbanistica della regione Liguria Marco Scajola, che apprezziamo, la regione Liguria intraprenda tutti i passi necessari affinché questa decisione venga messa in discussione; così devono fare anche i comuni e gli enti parco.
Da parte nostra, assieme alle altre associazioni ambientaliste ed ai comitati del territorio, metteremo in campo tutte le azioni necessarie per rispondere a questa decisione che secondo noi aprirà la strada al futuro sfruttamento minerario della zona.
Zona che invece deve puntare alle sue vere vocazioni che sono l’agricoltura sostenibile, il turismo ambientale, i parchi e le aree protette, le bellezze paesaggistiche, gli aspetti storici e monumentali ed archeologici.
Secondo noi questa è l’unica strada per una vera valorizzazione delle località che invece si vogliono sfruttare ai fini minerari.
Stefano Sarti
Presidente Legambiente La Spezia