Dal 2019 la nostra campagna ‘’Infermieri in via di estinzione’’ denuncia il problema della carenza di questo professionista sanitario nel nostro Paese e nel nostro territorio, dove in particolare la difficoltà è marcata nelle strutture della sanità privata, mentre nelle ultime settimane stanno entrando in Asl 5, progressivamente, gli infermieri chiamati a tempo determinato.
Ma una buona parte di chi ora entra nelle strutture ospedaliere pubbliche proviene proprio dalla sanità privata spezzina che dunque, mentre migliora la situazione nelle degenze ospedaliere, vede scendere le proprie dotazioni organiche.
La sanità privata che è quella che ospita, per capirci, i nostri anziani, quei nostri familiari che non possono più restare in autonomia al loro domicilio, e che per molti motivi (fra questi certamente rientrano i cambiamenti sociali, le modifiche ai ritmi di vita familiari) sono ospitati nelle strutture accreditate del territorio. Quasi ogni giorno, ci raggiungono telefonate o mail di responsabili medici e infermieristici di questo settore: ci chiedono nominativi di infermieri per assunzioni immediate, anche a tempo indeterminato; ma contrariamente a un tempo che fu, non ci sono colleghi a disposizione.
La questione è nota ed è qui inutile insistere sulle cause; se mancano 65 mila infermieri in Italia una soluzione immediata al momento può essere solo quella di ‘’rompere’’ gli schemi con nuove organizzazioni ed il superamento di vincoli oggi attivi: di questo, hanno parlato recentemente anche rappresentanti della Federazione Nazionale Infermieri (FNOPI) e i responsabili di grandi gruppi socio sanitari privati presenti sia sul territorio nazionale sia nella nostra zona: anche in questo incontro sono tornate le proposte che già dal 2020 abbiamo presentato, e che sosteniamo con convinzione; ecco una sintesi, nella speranza che le forze politiche e sindacali del territorio le valutino con attenzione.
Per tutta la durata della campagna vaccinale le aziende pubbliche sono impegnate con assunzioni straordinarie che ‘’pescano’’ nel privato, e sono così indispensabili interventi d’urgenza, che qui elenchiamo per ordine di priorità e che potrebbero anche ‘’dopo’’ produrre effetti positivi sul sistema.
La prima richiesta, forte e chiara, è quella di un allargamento del vincolo di esclusività, un superamento reale e concreto proprio al fine di poter garantire e sostenere le attività delle strutture socio-sanitarie nell’emergenza della carenza infermieristica: soluzione indispensabile per non compromettere la possibilità di dare risposta quantitativa e qualitativa ai bisogni di salute dei cittadini; in pratica, dare via libera agli infermieri dipendenti ASL che hanno intenzione di effettuare turni aggiuntivi nelle strutture private (ma potrebbero essere coinvolti anche i dipendenti della difesa e altri enti pubblici), nel rispetto dei limiti orari imposti dalle normative e chiaramente in regola sotto ogni aspetto contrattuale. Come è noto, oggi questo non è possibile per i vincoli di esclusività del dipendente pubblico.
Si propone poi, anche in Liguria, l’attivazione di un confronto a livello regionale per l’aggiornamento delle regole di accreditamento delle strutture, con revisione dei modelli organizzativi e assistenziali, promuovendo lo sviluppo delle varie figure professionali, con un chiaro coordinamento della pianificazione e dell’intervento assistenziale; qualcosa che la Regione ha già iniziato a percorrere con i corsi per Oss con formazione complementare, una figura che non può in alcun modo sostituire un infermiere e che lo stesso profilo nazionale del 2003, ed il bando regionale ligure, descrivono come legata alle attribuzioni dell’infermiere (che quindi deve essere presente, evidentemente!)
Resta infine fondamentale, soprattutto nella otica di una maggior attrattività per i corsi di laurea (e quindi ‘’più infermieri’’, ma non prima di tre anni, attenzione!) la richiesta di valorizzare la professione infermieristica in termini economici, e favorendo percorsi di carriera professionale in ambito manageriale e clinico su ipotesi troppo spesso ferme al palo (un chiaro esempio, l’infermiere di famiglia e continuità).
In particolare, poter permettere a chi lo desidera (oltre il suo orario ‘’pubblico’’) di esercitare anche nel privato consentirebbe subito un netto miglioramento dell’attuale situazione che è realmente critica: si tratta di proposte che, come è nella natura degli Ordini professionali, sono orientate soprattutto a favore del cittadino ed anche degli iscritti intenzionati a effettuare attività aggiuntive, e che in questo caso possono soprattutto stemperare una situazione che non ha, al momento, altre vie di uscita immediate: se non i consueti spostamenti di una coperta troppo corta che, a seconda del movimento, lascia esposte parti importanti del corpo, in questo caso rappresentato dall’assistenza sanitaria.