"In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione favorito anche dalla pandemia che ha tagliato gli sbocchi di mercato per la chiusura del canale della ristorazione e per la mancanza di turisti. E’ quanto afferma la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che si celebra il 22 maggio.
Nel secolo scorso si contavano, a livello nazionale, 8mila varietà di frutta, secondo l’analisi di Coldiretti, mentre oggi si arriva a poco meno di 2mila e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta.
La Liguria, grazie al lavoro di intere generazioni di agricoltori-custodi, può vantare un grandissimo patrimonio agroalimentare, che conta numerose eccellenze rientranti anche tra i prodotti “Sigillo”, ovvero prodotti che fanno parte dell’Atlante curato dall’Osservatorio sulla biodiversità, istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica. Si spazia, ad esempio, dal famosissimo basilico genovese DOP, all’asparago violetto, riconoscibile dal colore viola intenso, dalla zucchina trombetta, a forma ricurva, al fagiolo bianco, prodotto nell’estremo ponente ligure, dal Chinotto savonese fino alla patata di Pignone dell’estremo levante.
“Per salvare il nostro patrimonio agroalimentare – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - un’azione di recupero decisiva si deve, in Italia, ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica, che hanno dato opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di commercio. Difendere la biodiversità non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole del nostro territorio.
Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole per distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato, salvaguardando un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid, ha dimostrato tutta la sua strategicità”.