"Nessuna competenza del ministero della Cultura sul tema del Piano territoriale di coordinamento paesistico regionale che è, invece, un piano territoriale urbanistico di esclusiva competenza regionale e non rientra tra gli atti di pianificazione territoriale soggetti al Codice del Paesaggio di cui al decreto legislativo 42/ 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Il Piano territoriale regionale (PTR), in sostituzione delle indicazioni del PTCP del 1991, stabilirà le nuove e aggiornate regole per assicurare uno sviluppo sostenibile anche sotto il profilo della tutela ambientale e paesaggistica rispetto alle regole del 1991 esclusivamente nel territorio dei Comuni minori dell'entroterra". Lo precisa l'assessore all'Urbanistica, Pianificazione territoriale e Tutela del Paesaggio di Regione Liguria Marco Scajola in merito alle critiche di Legambiente.
L'assessore regionale precisa che "non c'è alcuna competenza da parte del Mic e nessuna violazione dello stesso Codice del paesaggio dal momento che i vincoli paesaggistici (di cui agli art. 136 e 142 del Dlgs 42/ 2004) non sono nè interferiti nè messi in discussione e sono gli unici vincoli di competenza statale, soggetti alla potestà delle Soprintendenze". "Le norme del Piano territoriale di coordinamento paesistico regionale – evidenzia Scajola - restano comunque in vigore per tutto il territorio dei Comuni costieri e di quelli anche nelle aree interne che hanno valenza di città. La soppressione – aggiunge - vale solo per i Comuni minori dell'entroterra, già gravati dai vincoli paesaggistici prescritti dal Codice del paesaggio per i boschi, i corsi d'acqua, i laghi e le quote più alte, oltre che dai vincoli paesaggistici stabiliti per decreto ai sensi dell'art. 136 dello stesso Codice, dai vincoli idrogeologici, da quelli previsti dai piani di bacino e dalle tutele ambientali determinate dai Parchi e dai SIC".
Circa la redazione del Piano paesaggistico previsto dal Codice del Paesaggio sulla base di apposita intesa con ministero della Cultura e ministero dell'Ambiente, Scajola aggiunge: "L'attività è in avanzato stato di elaborazione: a luglio 2020 è stata formalizzata da parte dei competenti uffici regionali la bozza sottoposta ai ministeri dell'Ambiente e della Cultura oltre che delle Soprintendenze, che hanno iniziato a svolgere le loro attività per la co-pianificazione solo all'inizio del 2021. Queste attività sono tutt'ora in corso per la validazione tecnica e per il successivo procedimento di adozione del Piano da parte del Consiglio regionale. Un passaggio che sarà preceduto – conclude Scajola - da consultazioni pubbliche con i Comuni, le Associazioni di categoria e ambientali e le categorie professionali".