Pochi giorni e sarà ufficialmente firmato l’atto notarile con il quale Villa Volpara, conosciuta come “Il Fodo”, sarà acquisita al patrimonio del Comune di Lerici. Questa mattina, venerdì 16 aprile, la giunta comunale ha approvato la delibera di acquisizione del compendio immobiliare, sancendo il primo passo verso l’ufficiale acquisto.
“Ci abbiamo creduto fino in fondo e oggi siamo al taglio del traguardo – commenta il sindaco Leonardo Paoletti -. Nonostante la spending review avesse vietato ai Comuni l’acquisto di immobili, abbiamo tenuto a bilancio l'importo necessario, pari a 230.000 euro. Grazie a questa forte volontà di acquisire il bene, importante sia sotto il profilo storico che sotto quello paesaggistico, finalmente possiamo inserire nel patrimonio del Comune di Lerici Villa Volpara. In particolare, ci tengo a ringraziare il nostro grande benefattore Leonid Boguslavsky, che ha permesso questo grazie a una donazione di circa 67.000 euro, ulteriore a quella di 500.000 euro destinata al sostegno delle famiglie lericine nel momento peggiore del Covid. Partecipando all'acquisto, Leonid ha dimostrato ancora una volta la sua vicinanza e il suo amore per il Golfo dei Poeti, luogo che ha scelto come sede della sua casa. Ringrazio inoltre ANPI per la collaborazione e il sostegno ricevuto in questo lungo percorso e per la condivisione del progetto di recupero e valorizzazione dell’immobile”.
L’edificio, riconducibile agli inizi del XVII secolo, è nato come “casino di caccia”, utilizzato dalla famiglia dei Conti Picedi Benettini. I documenti attestano la presenza di importanti personalità, il cui passaggio è documentato da affreschi ancora leggibili nel vano di accesso, tra i quali il cardinale Giustiniani.
Durante la seconda Guerra Mondiale, la Villa svolse un ruolo straordinario, diventando sede di una stamperia clandestina che lavorò costantemente, beffando i tedeschi, per oltre nove mesi, dal novembre del 1943 fino al 10 settembre 1944.
La stamperia preparò e diffuse migliaia di volantini e di giornali, diffusi in tutta la provincia, alimentando la lotta dei primi nuclei della Resistenza, gli scioperi del gennaio-marzo 1944 e la formazione delle bande partigiane.
“La struttura, senza un tempestivo intervento di consolidamento e di restauro, sarebbe stata destinata alla completa e irreversibile perdita – aggiunge Paoletti -. Grazie all’intervento di recupero, l’immobile sarà reso visitabile e la sua storia valorizzata e comunicata”.
La villa, una volta consolidata e restaurata, ospiterà al piano terreno sale museali, dove saranno esposti cimeli del periodo risorgimentale e della Resistenza in possesso del Comune. A queste si aggiungeranno sale multimediali, dove sarà approfondita la storia della stamperia clandestina, e uno spazio destinato agli incontri. Al piano superiore, saranno realizzati alloggi turistici di vario taglio. La rete storica dei sentieri del Parco, in cui la Villa è immerso, sarà recuperata e valorizzata.
Il percorso di recupero e valorizzazione del Fodo, nonché la futura gestione del compendio immobiliare, è stato e sarà condiviso con ANPI.