Sarzana è tra le città italiane che, la sera di sabato 27 marzo, illuminerà di giallo il proprio palazzo civico in sostegno del mese della consapevolezza dell'endometriosi, malattia cronica, subdola e devastante che in Italia colpisce 3 milioni di donne, che spesso devono aspettare anni per ottenere una diagnosi.
L'amministrazione di Sarzana ha infatti deciso di aderire alla proposta di Team Italy della WorldWide Endomarch, volta a creare maggiore consapevolezza rispetto alla patologia tipicamente femminile ancora oggi poco nota.
"La scarsa informazione rispetto a questa malattia - spiega Debora Tognoni, rappresentante di Team Italy - fa sì che non vi sia un'adeguata prevenzione, unica arma attualmente a disposizione per arginarne la patologia e i suoi effetti sulla vita delle donne e sulla quale la WorldWide Endomarch, organizzata in 55 capitali del mondo, ha acceso i riflettori da alcuni anni".
Purtroppo quest'anno la marcia, che in Italia è organizzata a Roma da Team Italy, per il prorogarsi dell'emergenza sanitaria da Covid-19 non potrà svolgersi se non "virtualmente". La "call to action" si terrà quindi sabato 27 marzo 2021 su tutto il territorio nazionale, dove un'ideale linea luminosa collegherà i monumenti simbolo delle città proprio per favorire la conoscenza e l'approfondimento sull'endometriosi.
Sarzana, come detto, parteciperà all'iniziativa e illuminerà di giallo, il colore dell'evento, palazzo Roderio su piazza Luni a testimoniare la propria vicinanza e il proprio sostegno al mondo femminile.
"Anche Sarzana partecipa a questa iniziativa nazionale, con convinzione - ha affermato il sindaco di Sarzana e assessore alle pari opportunità Cristina Ponzanelli - Siamo vicini a tutte le donne colpite dall'endometriosi, una malattia subdola e invalidante che colpisce spesso le donne in età fertile. La sintomatologia può essere gravemente debilitante, con effetti sia fisici che psicologici ma spesso senza garanzie per chi ne soffre di una diagnosi chiara e immediata. Aderendo a questa campagna vogliamo attirare l'attenzione anche nel nostro territorio su questa patologia, di cui si parla ancora troppo poco. Per essere membri di una stessa comunità dobbiamo garantire, a tutti, gli stessi diritti e tra questi la conoscenza di patologie frequenti quanto ignorate, come questa”.