L’osservatorio si è, infatti, sganciato dal suo ancoraggio lo scorso aprile e, trascinato dalle correnti, ha raggiunto le coste francesi. Malgrado l’emergenza sanitaria in atto e grazie alla collaborazione dei pescatori di Perpignan, è stato comunque possibile recuperare gli strumenti ed il loro prezioso contenuto di dati. Sono stati così acquisiti e elaborati i primi dati geofisici ed oceanografici, inediti fino a questo momento per il tratto di mare in esame, che potranno essere impiegati, insieme a quelli futuri, per lo studio dei cambiamenti climatici, la protezione degli ecosistemi marini e delle coste e la mitigazione dei rischi naturali. I tecnici hanno successivamente effettuato la manutenzione della strumentazione recuperata e ricostituito l’ormeggio del mooring inserendo anche parti aggiuntive per incrementare il flusso di dati per un migliore studio del Mar Ligure Orientale.
L’osservatorio, realizzato dal Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM) in collaborazione con gli Enti di ricerca nazionale (CNR, ENEA, INGV) e l’Istituto Idrografico della Marina Militare (IIM), è posto ad una profondità di circa 600 metri in un tratto di mare di grande valore ambientale poiché all’interno del “Santuario Pelagos”, dove sono presenti un’elevata concentrazione di cetacei, e forti correnti di fondo con un notevole apporto di sedimenti e sostanze organiche che creano un ambiente favorevole allo sviluppo e crescita di ecosistemi di pregio.